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7 strade per la felicità

Foto-concerto-depeche-mode-milano-18-luglio-2013-Prandoni [1]Ogni anno vengono pubblicati centinaia di libri di crescita personale: come tenersi in forma, come fare soldi, come sviluppare la propria autostima. Questi libri di auto-aiuto possono essere utili nel breve termine, ma hanno un’alta probabilità di ingenerare insoddisfazione nel lungo termine, in quanto si concentrano poco sullo sviluppo della qualità dell’esperienza di cui scrivono.

Ma cosa rende davvero le persone felici di essere al mondo? Quali sono le esperienze interiori che rendono la vita degna di essere vissuta?

È ciò che si è chiesto lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi, il quale ha studiato per oltre 40 anni i cosiddetti stati di flow o, altrimenti detti, di esperienza ottimale – quei momenti in cui le persone riportano sentimenti di concentrazione e profondo appagamento.

Questi studi hanno rivelato che ciò che rende l’esperienza genuinamente soddisfacente è uno stato di coscienza caratterizzato da una concentrazione talmente focalizzata da portare ad un assorbimento assoluto nell’attività che si sta svolgendo. Ognuno di noi esperisce il flow di tanto in tanto ed è, dunque, capace di riconoscerne le caratteristiche: le persone tipicamente si sentono forti, vigili, capaci di un controllo senza sforzo, inconsapevoli di sé e al massimo delle proprie capacità. Il senso del tempo ed i problemi emotivi sembrano sparire e vi è un esilarante sentimento di trascendenza.

Possiamo fare in modo da non lasciare che questi momenti capitino per caso? Possiamo gestire la nostra vita in modo da incrementare la frequenza di momenti di flow?

Il Dott. Csikszentmihalyi dice di si: imparando a riconoscere quelle attività in cui personalmente entriamo in questo magnifico stato, possiamo fare in modo da perseguirle.

Secondo lo psicologo, infatti, la felicità è una condizione alla quale bisogna prepararsi, che deve essere coltivata e difesa privatamente da ogni persona e ognuno ne è responsabile per se stesso. Le persone che imparano a controllare le proprie esperienze interiori saranno in grado di determinare la qualità della propria vita. In sintesi, tutti noi possiamo fare qualcosa per essere felici! Lo stato di flow, in cui avvertiamo un senso di eccitazione, un profondo senso di piacere che perdura nel tempo, non avviene in momenti di passività, ricettività o rilassamento.

I migliori momenti di flow usualmente occorrono quando il corpo o la mente di una persona vengono spinti ai loro limiti in uno sforzo volontario per compiere qualcosa di difficile e, allo stesso tempo, di valore.

Siffatte esperienze non sono necessariamente piacevoli nel momento in cui si avvengono, ma, nel lungo termine, diverse esperienze ottimali si sommano in un senso di padronanza, o, meglio, in un senso di partecipazione nel determinare la sostanza della nostra vita. Siccome il flow è fatto di tutte queste cose, ne deriva che le attività in grado di generarlo sono altamente idiosincratiche: non tutti esperiamo il flow svolgendo le stesse attività, ma tutte le attività in grado di generare il flow in diverse persone, hanno delle caratteristiche in comune, che possono essere ricercate. Mihaly Csikszentmihalyi ha intervistato persone provenienti da USA, Korea, Giappone, Tailandia, Australia, da varie nazioni europee e da una riserva Navajo, scoprendo che attività molto differenti fra loro vengono descritte come capaci di dare le stesse sensazioni da persone diverse. Il modo in cui un nuotatore di lunghe distanze si sente quando attraversa la Manica è identico al modo in cui un giocatore di scacchi di sente durante un torneo o a quello di un musicista quando compone un nuovo quartetto. Inoltre, a prescindere dalla cultura di appartenenza, lo stadio di sviluppo della civiltà, la classe sociale, l’età o il genere, il flow è uguale per tutti.

Cosa bisogna ricercare nelle attività che svolgiamo per esperire il flow?

Quando le persone riflettono sul modo in cui si sentono quando stanno particolarmente bene, menzionano almeno una -e spesso tutte- le seguenti caratteristiche:

  1. ci si confronta con compiti che si possono portare a termine
  2. si è capaci di concentrarsi su ciò che si sta facendo
  3. il compito ha obiettivi chiari e provvede a feedback immediati
  4. ci si coinvolge nel profondo, ma senza sforzo, e questo rimuove la preoccupazione per i problemi e per le frustrazioni della vita quotidiana
  5. si esercita un senso di controllo sulle proprie azioni
  6. la preoccupazione per se stessi sparisce e, paradossalmente, il senso di sé emerge più forte nel momento in cui l’esperienza di flow è finita
  7. il senso della durata del tempo è alterato

La combinazione di tutti questi elementi causa un senso di profondo piacere così gratificante per le persone che lo esperiscono, che vale la pena spendere energie per sentirsi in quel modo.

E tu, in quali attività riesci a trovare il flow?

Fonte: Csikszentmihalyi, M. (2008) Flow, The Psychology of Optimal Experience. New York: Harper Perennial Modern Classics