- Città del Monte - http://www.cittadelmonte.it/wordpress -

Da Barra al mondo, con amore e per amore

Gli operatori della comunicazione, in particolare i giornalisti, <<ricordino sempre che gran parte dei lettori e degli spettatori è costituita da giovani, i quali hanno bisogno di una stampa e di spettacoli che offrano un sano divertimento e che orientino il loro spirito a nobili ideali>>. E’ quanto dice il decreto  “Inter Mirifica” del Concilio Vaticano II in riferimento alle responsabilità morali di quanti operano nel vasto ambito della comunicazione sociale. Animati da questi precetti, abbiamo fatto visita al Centro Ester del quartiere Barra (NA), un complesso polifunzionale dell’Istituto Povere Figlie della Visitazione di Maria, per offrire ai nostri lettori uno sguardo sull’ammirevole opera di carità svolta da queste missionarie. Del resto, gli elementi citati dal decreto conciliare ci sono tutti: gli operatori della comunicazione, nel nostro piccolo, siamo noi di Città del Monte; i lettori, per vostra buona sorte, siete voi che state leggendo; i “nobili ideali” sono quelli che spingono ogni giorno a lavorare e combattere in prima linea, in questa difficile realtà territoriale, le suore e i volontari dell’Istituto. Ideali che non restano certamente tali, ma che vengono messi quotidianamente in pratica fin dai tempi della fondatrice Madre Claudia Russo, come ci racconta Suor Rosanna Russo, accogliendoci con quel sorriso che trasmette ottimismo, proprio di chi nella vita ha visto tante sofferenze e vi ha saputo portare sempre un po’ di conforto.

Suor Rosanna, come nasce il vostro Istituto religioso?

L’Istituto è nato proprio qui a Barra, ad opera della serva di Dio Madre Claudia Russo. Lei voleva essere semplicemente una suora di vita contemplativa per cui non era nei suoi piani la fondazione di un nuovo ordine. Inizialmente, dal suo parroco, fu messa alla guida di un gruppo di ragazze che svolgeva opera di volontariato, visitando le persone anziane e ammalate della zona. Un’opera delicata e impegnativa, tanto più che veniva svolta in ambienti degradati, dove erano molto visibili le deleterie conseguenze della prima guerra mondiale.

Poi ci fu un importante episodio che portò questo gruppo di donne caritatevoli a fondare l’Istituto…

Una sera, una di queste giovani donne andò a far visita ad una anziana malata e le portò in dono una mela. La vecchia dormiva. Così, la giovane lasciò la mela tra le sue mani dicendo tra sé: <<domattina penserà che un angelo l’ha visitata e le ha portato una mela>>. L’indomani, la ragazza, prima di recarsi a lavoro, volle passare dinanzi alla casa dell’anziana donna per poter leggere nei suoi occhi la felice sorpresa dell’aver trovato una mela.  Purtroppo, però, entrata nella casa, la giovane scoprì che l’anziana donna era morta stringendo tra le mani la sua mela. Quest’episodio fu la scintilla che diede poi vita alla fondazione dell’Istituto. Quella anziana donna era morta sola. E Madre Claudia capì che, per quanto lei e le ragazze del suo gruppo s’impegnassero molto nell’assistenza, gli anziani e i malati restavano soli nei momenti di maggiore sofferenza, che sono anche i momenti di maggior bisogno di conforto. Nacque così in Madre Claudia e nel suo gruppo l’idea di costruire una casa qui a Barra, nella quale poter accogliere queste persone fino alla fine dei loro giorni, senza lasciarle mai sole e senza conforto.

E perché, dunque, vi chiamate Figlie della Visitazione di Maria?

Perché come la Madonna andò a “visitare” Elisabetta per aiutarla ed assisterla comunicandole in tal modo Gesù che portava nel grembo, cosi allo stesso modo noi cerchiamo di comunicare Gesù agli altri mettendoci al servizio dei più poveri, degli emarginati e delle persone che più hanno bisogno d’aiuto. 

Che tipo di attività svolge a Napoli e nel resto d’Italia il vostro Istituto ?

Continuiamo l’opera della fondatrice vistando gli ammalati e gli anziani nelle proprie case nonché accogliendoli nelle nostre case di riposo. Nel territorio della provincia di Napoli, ad esempio,abbiamo diverse strutture che ospitano anziani : una è a Barra, una molto grande ai Colli Aminei, che ospita uomini, donne, coppie e sacerdoti, un’altra a Capodimonte, un’ altra a Pollena e un’ altra ancora a S.Giorgio a Cremano

Non solo anziani. Avete anche strutture dedicate a giovani e bambini…

E’  purtroppo tristemente noto che nelle periferie delle città attecchiscono con più facilità la delinquenza e la droga, mietendo vittime soprattutto tra i ragazzi e i giovani. Per prevenire tutto ciò e far fronte alla delicata realtà territoriale, in diverse comunità abbiamo istituito scuole e oratori. A Barra poi il Centro Ester offre varie opportunità educative divenendo punto di riferimento significativo per molti ragazzi e giovani. Attività sportive e teatrali, incontri culturali, organizzazioni di volontariato, campi scuola, animazioni estive…presentano una variegata realtà che tende alla promozione globale della persona. Inoltre, si organizzano corsi di nuoto, laboratori di ceramica e campi estivi per gruppi di ragazzi diversamente abili, che frequentano il centro sia di mattina che di pomeriggio. Tali attività sono aconfessionali, nel senso che possono essere frequentate da tutti, a prescindere dalla religione alla quale appartengono.

Infine, è bene ricordare che, in alcune città e in particolare a Matera, ci occupiamo di assistenza nelle carceri. Al penitenziario di Poggioreale, ad esempio, con grande gioia dei detenuti, i ragazzi del Centro Ester hanno recentemente tenuto  un concerto su Lucio Battisti, dal titolo “Il mio canto libero”. 

Finora abbiamo tratteggiato un quadro generale delle vostre attività a Napoli, che poi sono analoghe a quelle che svolgete in tutto il resto d’Italia. E nel mondo? Dove sono le vostre missioni e che attività svolgete?

La nostra prima casa missionaria l’abbiamo fondata nel 1985 in Brasile. Lì, infatti, rimanemmo profondamente colpite dalla situazione dei bambini di strada, che vivevano abbandonati dalle famiglie, senza cibo, e che, per smorzare i morsi della fame, inspiravano continuamente una sorta di colla sintetica che ha l’effetto di una droga.

Da circa 6 anni, abbiamo poi fondato un’altra casa sulla costa dell’Ecuador. Lì, la situazione sanitaria è davvero drammatica. Ma ciò che colpisce di più, sia in Brasile che in Ecuador, è la differenza abissale tra le condizioni di vita di pochi ricchissimi e quelle di tanti poverissimi. E ciò crea il dramma. Perché i poveri si sentono sfruttati, ridotti in condizioni di povertà dall’ingiustizia del sistema. Del resto, lì le terre e il sottosuolo sono ricchissimi.

Situazione molto diversa da quella che vive la vostra missione in Africa…

Si, perché noi abbiamo una missione in Togo e lì c’è una povertà molto più diffusa. Lì è povera la terra. Basti pensare che nelle strade principali della capitale non c’è illuminazione. Anche lì ci occupiamo molto di bambini, perché esistono organizzazioni criminali che rapiscono i fanciulli tra i 7 e i 12 anni, per  rivenderli come schiavetti lavoratori in altri luoghi dell’Africa. I loro padroni, poi, dopo averli sfruttati per molto tempo, li abbandonano quando compiono 18 anni, perché a quell’età sarebbero più difficili da gestire. In questo modo vanno ad alimentare le diffuse sacche di delinquenza e violenza. In Togo, quindi, le nostre suore, oltre a perpetuare l’opera della visitazione, che è carisma fondante del nostro Ordine, lavorano molto in favore dei bambini. Tra mille difficoltà di ogni genere, tengono le lezioni di scuola elementare a più di 400 ragazzi. E questi fanciulli sono ben felici di andare a scuola, non tanto per la sete di conoscenza, quanto per la fame di cibo. A differenza di quanto accade in famiglia, a scuola questi ragazzi mangiano ben 2 pasti e le suore provvedono per coloro che non possono permettersi di pagare il cibo.

Ma ultimamente, proprio in Africa, state vivendo una situazione d’emergenza. E’ vero?

Si, perché abbiamo una carenza di strutture. Quando aprimmo la scuola e arrivarono inaspettatamente centinaia di bambini, il capannone della nostra missione non riusciva a contenerli tutti. Così, un signore del posto ci mise a disposizione gratuitamente per 2 anni  la sua casa, che era ancora in costruzione. Praticamente c’era solo lo scheletro della struttura: niente porte, niente finestre, niente pavimento….non c’era nemmeno l’intonaco. In ogni caso, ci siamo adattate.

Dunque, qual è il problema?

I due anni sono ormai passati e questo signore, come da accordi, vuole giustamente che gli liberiamo la casa. E’ già stato fin troppo gentile a concedercela gratuitamente. Non possiamo dargli alcun torto, anzi dobbiamo ringraziarlo. A questo punto, però, dovremmo comprare un terreno per costruire la scuola. Sembra una cosa semplice, ma in Togo non lo è affatto. Quasi nessuno, infatti, dispone dei documenti necessari per fare un passaggio di proprietà in piena regola. E i pochi terreni provvisti di documenti hanno un costo altissimo. L’ultima cosa che vogliamo fare, però, è demordere e abbandonare i bambini al loro destino. Ci affidiamo alla Provvidenza e siamo certe che ci aiuterà nel trovare una soluzione. 

Chi volesse aiutare le suore nella costruzione della scuola in Togo può fare un versamento ad uno dei seguenti conti lasciando, oltre alla causale, il suo nome e indirizzo:

Il versamento va intestato all’Istituto Povere Figlie della Visitazione di Maria.

Chi desidera ulteriori informazioni sull’Istituto e sulle sue Missioni può contattare Suor Rosanna Russo ai seguenti recapiti: