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Storia di un artigiano e delle sue ceramiche “da favola” Pasquale Muzzica ha 51 anni ben portati e dall’età di 10 lavora la porcellana di Capodimonte. Il suo laboratorio si trova al primo piano di un negozio in via Benedetto Croce, nel cuore del centro storico di Napoli. Dice di essere un po’ stressato per i continui rumori provenienti dalla strada. <<La creazione – confessa Pasquale – richiederebbe più silenzio, un ambiente tranquillo>>. Eppure da quando ha chiuso la fabbrica per lavorare in proprio è più sollevato per le minori responsabilità e il contatto diretto con le persone. In passato ha lavorato per la Walt Disney e per una famosa ditta di cosmetici. Le sue opere sono state esposte in importanti fiere europee e qualcuna è giunta fino in Giappone. Del resto Pasquale ha iniziato a lavorare giovanissimo, seguendo i maestri artigiani dai quali ha appreso un mestiere <<appassionante e difficile>>, di cui oggi è orgoglioso erede e tenace custode. Le produzioni a mano invadono ogni spazio del suo mondo: vasi, decorazioni floreali, bomboniere. Sul banco di lavoro le cassette di formine lasciate ad essiccare, le varietà di colori e i semilavorati. Ogni oggetto è frutto dell’estro e del lavoro di mani sapienti, che dal forno estraggono i modelli pronti per essere decorati. Ovviamente, a mano. Pezzo per pezzo. Uno ad uno. La sua voce flebile non tradisce la consapevolezza di un lavoro raro, apprezzato da una clientela affezionata, sebbene non manchino tanti turisti attratti dalle sue creazioni. Resta l’amarezza per la disaffezione dei più giovani rispetto ad “un mestiere scomparso”. Arte, talento, bravura. Qualità che non hanno trovato un ricambio generazionale, contribuendo all’affievolimento di una tradizione storica partenopea. <<Una passione, non un business> che meriterebbe maggiore attenzione ed incentivi da parte delle istituzioni, affinché il testimone possa passare in altre mani, per tramandare un autentico made in Italy nel mondo.