- Città del Monte - http://www.cittadelmonte.it/wordpress -

Diario di una vita inutile

Diario di una vita inutile  - copertina [1]

Diario di una vita inutile – copertina

<<Devo tutto a mia madre… Quale scuola di vita le mamme! Il futuro della società non sta nelle mani dei politici e degli amministratori della cosa pubblica, ma nelle mani delle mamme, naturali maestre di vita e di fede>>: Diario di una vita inutile, un francescano tra i piccoli e i grandi della terra, volume del frate minore padre Marco Malagola, edizione Terra Santa, dal 26 ottobre in tutte le librerie. Una storia di  vita straordinaria, raccontata dall’autore come un romanzo in prima persona. Un vero libro di storia di gradevolissima lettura, arricchito di aneddoti personali e retroscena curiosi e a volte inaspettati, vissuti accanto ai grandi della terra, dalla cui lettura si  comprende come la spiritualità sia un dono che va curato e coltivato, ma tanta importanza hanno i genitori e le proprie radici e il sapere rendere grazie per quanto si è ricevuto.

Il racconto – Dalle lotte partigiane sulle Alpi piemontesi, alla Segreteria di Stato Vaticana, accanto a Giovanni XXIII e Paolo VI, padre Marco Malagola riesce ad affascinare il lettore  con la semplicità delle cose vere, la concretezza dell’essenziale. Partito per la missione in Papua Nuova Guinea nel 1972, dopo mille avventure anche drammatiche viene chiamato a fondare la Commissione Giustizia e Pace dall’Ordine francescano. E così si mette di nuovo in viaggio: in Brasile incontra Helder Camara, in Salvador visita la comunità orfana di Oscar Romero, pochi giorni dopo l’assassinio; in Cecoslovacchia entra da clandestino, scontrandosi con la dura realtà del comunismo; a Ginevra presta servizio presso la Rappresentanza diplomatica della Santa Sede alle Nazioni Unite, e infine a Bruxelles lavora a contatto con le istituzioni europee. La sua penultima tappa è Gerusalemme come compagno di strada dell’amico Carlo Maria Martini: <<Padre Carlo lui, padre Marco io, aldilà di ogni convenzionale formalismo. Ci si scambiava esperienze di vita. Mi diceva: Sentire Dio è la cosa più semplice e al tempo stesso più affascinante. Posso avvertirlo nella creazione, nella natura, nell’amore, nella letteratura, nella musica, in ogni filo d’erba, ma, soprattutto, in ogni parola biblica che è semplicemente parola di Dio. E in molti altri modi ancora. È l’arte dell’attenzione e dell’ascolto come l’arte di amare. Senza il pensiero della morte non saremmo capaci di abbandonarci completamente in Dio>>.

Alcuni estratti dal volume -  Una lettura piacevolissima che porta il lettore in un affascinante viaggio fra i potenti e i luoghi più importanti della Terra alternati all’incontro con i semplici nei luoghi più umili accompagnati dall’autore fortemente ancorato alla propria fede. Nelle condizioni più favorevoli oppure in missione dove si ha speciale rapporto con Dio:  <<Quando si vive l’avventura del precario e dell’insicurezza la preghiera è un imprescindibile bisogno dell’anima, terapia dello spirito e del cuore>> scrive l’autore <<Quale carica di coraggio mi davano le messe solitarie nella mia capanna, la sera, sotto la grande zanzariera che mi riparava dall’assalto di «sorelle» zanzare, con il crocifisso di San Damiano dinanzi a me, il crocifisso che mi accompagnava e mi accompagna tuttora dovunque io risieda! Era un dialogo a tu per tu con il Cristo eucaristico tra le mie mani, una carica di energia e di grazia, che si rinnovava dall’Eucaristia del giorno prima all’Eucaristia del giorno dopo>>. E con tanta semplicità, anche la capacità di sorprendenti incontri come il dialogo telefonico con un Sandro Pertini sinceramente interessato alle condizioni di salute di Giovanni XXIII: <<Pertini parlava, parlava… io non finivo di ascoltare. Non era l’uomo politico che parlava, ma semplicemente l’uomo, l’uomo Pertini>>. È stato un colloquio a due, confidenziale, commovente, come una confessione da uomo a uomo. Raccontava, commosso, gli anni della sua infanzia, il tenero e forte attaccamento alla sua dolcissima mamma, cattolica praticante, che era solita accompagnare il piccolo Sandro alle funzioni religiose del paese. Il racconto proseguiva… Pertini rammentava gli anni giovanili e universitari, la sua militanza nel mondo operaio e politico. <<Fu in quegli anni che persi la fede>>, e riprese. «Capivo che la mia Chiesa non era poi così tanto credibile e coerente. Ai documenti pontifici come la Rerum Novarum, peraltro socialmente e dottrinalmente encomiabile, non corrispondevano poi chiare prese di posizione a favore dei lavoratori e del mondo operaio>>. Io ascoltavo in attento e rispettoso silenzio. Avvertivo nel racconto di quest’uomo tanta sincerità ma pure un altrettanto e sommesso sottofondo di nostalgia per la fede perduta forse anche pensando alla fede vissuta della sua amatissima mamma.

L’Autore - Marco Malagola di Varese, classe 1926, frate minore, dopo una vita intensa e avventurosa tra missione e attività diplomatica, nel 1998 si trasferì a Gerusalemme come responsabile della Commissione dei Diritti Umani della Custodia di Terra Santa. Tornato in Italia nel 2004, risiede oggi a Torino.

Nell’incontro del frate con Papa Francesco nel gennaio 2017<<E’ stato l’incontro più emozionante della mia vita. Il mio sogno di vederlo si è finalmente avverato. Ormai novantenne, potrò chiudere gli occhi sereno e felice. Il Papa mi guardava, mi guardava sorridendo. Come va? Cosa mi racconta? Prima di tutto vengo a dirle il mio vivissimo grazie a nome della gente che riscopre in lei la gioia di sentirsi cristiana e amata. Vengo da una famiglia che ha dato tre figli al Signore nella vita religiosa. Cominciai a raccontargli che quella mia decennale esperienza missionaria fu la più arricchente della mia vita. Papa Francesco, Papa dell’ascolto, non finiva mai di guardarmi ed ascoltarmi. Ho scoperto un cuore di Mamma prima ancora di un cuore di Padre. A volte mi scappava di chiamarlo “Papa Francesco”, altre volte “Padre Francesco”. Alla fine Papa Francesco mi abbracciò. Mi benedisse. Si concluse così il più bell’incontro della mia vita.  Entrambi ci salutammo con un bel ciao>>.