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Enrica Bonaccorti a “Libri sotto le stelle”

La rassegna letteraria “Libri sotto le stelle” giunge al suo quarto appuntamento nella suggestiva cornice di Marina di Equa, a Vico Equense. Protagonista della serata Enrica Bonaccorti, autrice del romanzo “L’uomo immobile”. La nota conduttrice televisiva e radiofonica ha esordito nella narrativa nel 2007 con “La Pecora rossa” ed ai suoi impegni ha sempre affiancato la sua antica passione per la scrittura, componendo anche testi per Modugno, “La lontananza” ed “Amara terra mia”, e firmando la sceneggiatura del film “Cagliostro”.  Attualmente conduce su Radio Uno Rai il programma “Tornando a casa”.

 All’incontro, moderato da Marina Ciaravolo, hanno preso parte anche Vincenzo Santagada, professore ordinario presso la Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II, Antonio Parisi, noto neurologo, ed il professor Pisano, Presidente dell’ordine dei farmacisti. Il romanzo “L’uomo immobile” trae ispirazione da un fatto realmente accaduto, raccontato all’autrice da uno zio neurologo. Al centro della vicenda una storia d’amore, un uomo tra due donne al confine tra la vita e la morte. Il protagonista del romanzo è infatti affetto dalla sindrome del chiavistello, il cui nome scientifico è “locked in” (chiuso dentro), una condizione in cui la persona vive, del tutto cosciente, in un corpo immobilizzato. Tale sindrome fu scoperta solo nel 1966 da un infermiere, ex marinaio, che si accorse che il paziente inerme di cui si stava occupando gli comunicava qualcosa con occhi, utilizzando l’alfabeto morse.

Il libro offre numerose opportunità di riflessione su tematiche sempre attuali alla luce anche della recente e controversa approvazione da parte della Camera del testo sul “bio-testamento”. Nel corso dell’incontro si è discusso anche di eutanasia, dato che il libro è stato scritto mentre il caso Englaro saliva alla ribalta delle cronache. <<In coma si può resistere dalle tre alle quattro settimane – ha dichiarato la Bonaccorti che, allo scopo di garantire al romanzo delle solide basi scientifiche, per tre anni ha girato numerosi istituti e parlato con personale specializzato – dopo le quali o c’è la morte o lo stato vegetativo. Per cui è impossibile restare in coma per diciassette anni>>- ha proseguito l’autrice del libro attribuendo molte responsabilità all’incompetenza di chi all’epoca divulgava le notizie.
<<E’ un bellissimo romanzo d’amore – ha commentato Antonio Parisi - e come in tutte le storie umane la biologia ha un ruolo fondamentale. In noi esiste una certa caratteristica e cioè che se io osservo una persona sorridere, i muscoli del mio volto subiscono le stesse contrazioni dell’interlocutore che sta sorridendo. Questa caratteristica ha una causa biologica, è dovuta ai neuroni specchio. La storia è molto realistica perché, eccetto un figlio ed una madre, nel libro nessuno riesce ad immedesimarsi come dovrebbe nel paziente immobilizzato ma cosciente. Lo zio della Bonaccorti è appassionato alla scienza ma non si immedesima nel paziente cerebroleso>>. Secondo le statistiche, infatti, nel trenta per cento dei casi sono solo i parenti , ed in particolare le madri, che si accorgono di un simile stato di coscienza.
<<Soffro di immedesimazione, il che è un dono, ma anche una condanna  – ha dichiarato la Bonaccorti, rispondendo a chi le chiedeva quali difficoltà avesse incontrato nell’immedesimarsi in un paziente immobilizzato -. E’ la via per toccarci l’anima l’un l’altro. Dichiarandosi subito, cambia tutto. Ed ora anche io mi sento meglio con me stessa di quando ero giovane, perché non ho quasi più remore>>.
Enrica Bonaccorti ha concluso il suo intervento con un inno alla libertà di ciascun individuo di decidere della propria vita e della propria morte: <<A prescindere da questa legge, sbagliata, noi non possiamo togliere la vita ad un grande disabile. Togliere l’alimentazione e l’idratazione è la cosa più crudele e più ipocrita che esista. Non è vero che non si soffre, è esattamente il contrario! In Svizzera è diventato reato togliere l’alimentazione e l’idratazione alle piante, in quanto esseri viventi e noi apparteniamo gloriosamente al regno animale.>>
Riflettiamoci.