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Festival del giornalismo giovane a Napoli, diario di un successo senza precedenti

<<Napoli è la città più bella del mondo>>, parole del sindaco Luigi De Magistris concesse da un sorriso traditore del pensiero suo più sincero.  Un sorriso confessore di scontata ma comprovabile immagine. È una cartolina. Quella che colora sempre tutto di azzurro, che brucia di calore anche con il freddo dei più scettici. Una città insaziabilmente debole che ha avuto la forza di regalare alla prima edizione nazionale del Festival del Giornalismo Giovane tutto il successo che meritava.  <<Sono contento di portare il mio saluto a un’iniziativa davvero importante>>. Queste le parole del Sindaco.
Ore 18,00 del 21 settembre, Antonella di Nocera, assessore alla Cultura e al Turismo, dà il via ai tre giorni ricchi di incontri, dibattiti, workshop e seminari. Atelier creativi ideati per valorizzare le innovative bellezze della nostra città, creati soprattutto come occasione di reporting per i giovani giornalisti provenienti da tutta Italia. A ospitare i numerosi accreditati, grandi nomi, freelance e ragazzi che vogliono accedere alla professione, è stato il contemporaneo Palazzo delle Arti di Napoli, il PAN. Sede che ha vantato la presenza del presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, e del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino. Dal 21 al 23 settembre, le sale sono state affollate di giovani vogliosi di mettersi in discussione, per imparare, ascoltare, aprire gli occhi e darsi fiducia. Trovare soluzioni capaci di curare un marcio che brucia nella nostra società. Il diritto al lavoro. Il diritto a esser pagati. L’equo compenso.  Unità era ciò che ci serviva e unità è ciò che Youth Press Italia ha ottenuto. Essenziale è che in quei giorni la categoria nelle sue rappresentanze c’era tutta e che all’appello non mancava davvero nessuno. Qualunque cosa abbiamo ricavato, visto o ascoltato, è stato grazie a colui che ha ideato tutto, Michele Giustiniano, mente di un pensiero straordinario, di un progetto nato tra le sue idee con grande fermezza e creatività. Ha regalato a tanti la possibilità di prendere parte a questo grandioso evento e a me di sentirmi parte di uno staff che ha saputo emozionarmi e insegnarmi molti aspetti del mestiere. Ringrazio la preziosa testimonianza di Pino Scaccia, icona indiscussa del fare bene e con passione il proprio lavoro. Esempio portante dei nostri giorni. Ringrazio il venerdì fantastico, quello dalle ore 17,00 gremito di persone accorse a iscriversi, delle 21,00 con lo spettacolo teatrale de Il tappeto di Iqbal, alle 23,30 con la proiezione di documentari quali Tunisia – frammenti di una rivoluzione, Il Bacio del Padrino, Toxic Europe, proiettati nella libreria Eva Luna di Piazza Bellini in occasione della DOC NIGHT del Festival (la notte dei documentari realizzati da giovani giornalisti). Un’esperienza resa possibile da uno staff di persone eccezionali, che hanno lavorato insieme, pagati solo dalla voglia di crederci e di fare bene. Uno Staff che ha costruito con amore e per amore di un mestiere in cui sono state riposte tutte le energie e le capacità di dare un valido contributo al delicato universo dell’informazione. Ringrazio amichevolmente e non solo come collega: Barbara Gravina, del comitato organizzativo, anzi, Il comitato organizzativo. Carmen Cretoso, responsabile sala stampa e ufficio stampa regionale.  Irene Fazio attivissima organizzatrice e Flavia Palazzi. Tutto documentato attraverso le immagini scattate dalla fotografa ufficiale, Paola Imperatore, sorretta dalla professionalità di Paolo Visone. Un ringraziamento va al prezioso aiuto dei volontari. Il Festival, organizzato da Youth Press Italia (associazione nazionale dei giovani giornalisti italiani) presieduta da Simone D’Antonio, salpava alle 9,30 del mattino seguente (sabato 22 settembre) con il giornalismo scolastico e universitario. Ore 11,00: tutti pronti per il tema del momento, quello capace purtroppo di raccogliere troppi giovani con le stesse problematiche: il giornalismo precario, organizzato dal Coordinamento Precari di Napoli e da Errori di Stampa.  E ancora, alle 13,00 le esperienze in Italia e in Europa con <<Studenti di Giornalismo>>, per poi passare la parola ai <<giornalisti abroad>>. Sono le 18,00,  è il tempo di Rai Filosofia, <<la filosofia può fare notizia?>>. Incontriamo alle ore 21,00 Lirio Abbate (L’Espresso) per parlare con giovani giornalisti che scrivono contro le mafie. La serata termina con un ritrovarsi tutti al <<Nea>>, galleria d’arte e musicale. Si stappa già la bottiglia di spumante (lo champagne è troppo caro per chi è giovane e precario) perché il lavoro svolto fino ad allora era stato ricompensato alla grande, mancava solo un ultimo giorno, ma niente poteva andare storto. Apprezzamenti, complimenti, visi contenti, voci alte di chi parlava per farsi sentire e di chi felice non riusciva a trattenere l’emozione di essere stato ascoltato. In un palazzo, in un’aula, tutto organizzato per lui, per il singolo, per chiunque faccia parte o volesse far parte di quest’affascinante professione. Uno per uno, insieme tanti, tutti con le stesse cause, gli stessi diritti e la stessa voglia di raccontare. Domenica – 23 settembre- ore 10,00, con Michele Mezza (RaiNews 24) e altri validissimi colleghi si affrontava il tema del futuro: oltre la crisi, accesso alla professione e le sfide del settore. Finiti i tre giorni. Conclusa la I edizione. Arrivederci alla prossima edizione del Festival del giornalismo giovane.