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Gioco sulla spiaggia, il nuovo libro di Marco Ciampo

[1]Gioco sulla spiaggia è il titolo del nuovo libro del giornalista e scrittore Marco Ciampo, presentato lo scorso giovedì 16 febbraio presso la libreria Loffredo ed edito da MultiMedia Editore. La pubblicazione del libro rientra nel progetto culturale dalla parte dell’autore, un’iniziativa editoriale promossa da MultiMedia per accompagnare lo scrittore non soltanto nella fase di realizzazione della propria opera ma anche nella sua diffusione e promozione. L’obiettivo è quello di instaurare un legame di fiducia tra la casa editrice e lo scrittore anche attraverso l’organizzazione di incontri in cui leggere brani tratti dal libro pubblicato per offrire spunti di riflessione e di dibattito. In questo modo si è svolto l’incontro pomeridiano presso la libreria Loffredo, nel corso del quale, oltre all’autore, sono intervenute le giornaliste Gioconda Marinelli, Natascia Festa e Diletta Capissi. Presente anche l’editore Angela Matassa. Il pubblico ha avuto modo di ascoltare brani tratti da Gioco sulla spiaggia, letti dall’attrice Liliana Palermo.
«Nessuna guerra finisce mai per davvero» afferma Ciampo. Con tali parole si potrebbe riassumere il senso del libro, una successione di brevi racconti che attraversano quasi un secolo di storia, dalla Prima Guerra Mondiale alla Primavera Araba.
Marco Ciampo, nato a Roma nel 1954, è stato inviato speciale in Europa e in Asia, redattore capo della prima pagina di politica estera de Il Corriere di Napoli e dal 1977 de Il Mattino. Studioso dei problemi del Mediterraneo e della costruzione dell’Europa, Ciampo ha realizzato, nel corso della sua lunga carriera giornalistica, inchieste sul traffico d’armi, sulla sicurezza e lo spionaggio (il suo primo romanzo si intitola proprio L’autunno delle spie). Sin da ragazzo è venuto a contatto con numerosi conflitti quali quelli in Libia, Istria e Brindisi, decidendo di raccogliere le proprie memorie in questo libro di politica internazionale contrariamente a quanti, risiedendo lui nel capoluogo partenopeo, lo avrebbero voluto autore di testi riguardanti il mare o i luoghi caratteristici della città.
Secondo il giornalista, ogni conflitto è legato all’altro. Ad esempio, il risentimento manifestato dalla Germania nei confronti di Inghilterra e Francia durante il Secondo conflitto Mondiale sarebbe riconducibile a ciò che queste due nazioni avevano inflitto ai tedeschi nel 1918.Ci sono ferite che non vengono eliminate tranne, forse, quando subentrano le nuove generazioni, le quali, tuttavia, dimenticano la guerra. Neanche le società più evolute sono al sicuro da questa catena difficile da spezzare.
Nel libro vi sono racconti in cui si narra di uomini che traggono appagamento dall’omicidio di innocenti, di donne che vendono le proprie figlie, di un soldato che negli anni quaranta assiste alla crescita di una ragazza, innamorandosene senza che la forza del sentimento, tuttavia, riesca a sconfiggere l’orrore della guerra. Sono racconti di vita reale descritta con linguaggio sensuale, proponendo immagini che indignano e fanno riflettere il lettore sul dolore straziante causato dalla violenza dell’uomo.
«Questo è un libro ben scritto e la buona scrittura ci fa bene» ha dichiarato Gioconda Marinelli. Alla domanda posta al giornalista da Natascia Festa circa l’incontrovertibilità dell’impossibilità della pace, Marco Ciampo ha risposto con le parole dell’amico Pietro Gargano, autore della prefazione: « sono idealista ma ormai sono diventato scientificamente cinico».
«Si possono controllare i conflitti, ma non credo si possa cancellare la guerra dall’umanità» ha poi concluso lo scrittore.
Non resta che augurarsi che la letteratura di guerra si faccia essa stessa promotrice di pace e di speranza.