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Giornata mondiale della pace 2009

Carissimi lettori,

non è senza un certo orgoglio che ospitiamo per la prima volta, sulle nostre pagine telematiche, un articolo del Professor Antonio Colasanto, giornalista e comunicatore di fama. Ercolanese di nascita, Colasanto è anche psicologo, docente universitario ed è stato consigliere nazionale e membro della commissione cultura dell’Ordine dei Giornalisti, nonché direttore dell’Agenzia di Stampa Telesera. Attualmente è considerato uno dei massimi esperti di socio-psicologia, comunicazione sociale e doxologia.

Siamo, dunque, due volte onorati di dare spazio ai suoi contributi di pensiero. In primis, perché è un grande intellettuale. E poi, perché è anche egli un figlio di questa nostra bella e martoriata terra vesuviana.

 

Vi invitiamo a fare tesoro delle profonde riflessioni contenute nell’articolo che segue e vi auguriamo buona lettura.

Michele Giustiniano

 

 

COMBATTERE LA POVERTA’, COSTRUIRE LA PACE 

        Benedetto XVI,  con il messaggio per la Giornata mondiale della pace 2009, invita con forza e con chiarezza la comunità internazionale a combattere la povertà nel mondo per costruire la pace.

         Il messaggio del Papa, in perfetta linea di continuità con il magistero dei suoi predecessori, mette a tema i problemi della pace e della globalizzazione.

          Il Papa afferma che per costruire la pace occorre combattere la povertà ,  che offende grandemente la dignità della persona umana e, per quanto attiene il fenomeno della globalizzazione, invita a  considerare come il destino di un uomo  sia legato a quello di tutti gli altri.

         Infatti il persistere di una grave condizione di miseria nel mondo favorisce o aggrava i conflitti e rende sempre più difficile la costruzione della pace 

    Il Papa nel corso del messaggio svolge una attenta, profonda e articolata analisi delle  povertà e  denuncia con forza:

  • l’aumento del divario tra Paesi ricchi e  poveri;

  • la crisi alimentare caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo quanto da difficoltà di accesso e da fenomeni speculativi;

  • lo scandalo della sproporzione tra i problemi della povertà e le misure predisposte dalla comunità internazionale  per affrontarli;

  • l’ incremento della spesa militare che rischia di provocare una corsa agli armamenti;

  • il divario tecnologico;

  • l’esclusione dei Paesi poveri dai flussi commerciali mondiali;

  • le dinamiche dei prezzi fuori controllo.

 

    Tutto questo, sostiene Benedetto XVI, concorre a livello mondiale a provocare profonde sacche di sottosviluppo e di disperazione e ad accrescere ancora di più le distanze tra nord e sud del mondo.

     

              La fame nel mondo è un pugno in faccia al benessere  dei paesi ricchi. 

        Ecco di seguito, per i nostri lettori, alcuni dati diffusi da Propaganda fide, dall’ Ilo e dalla Fao: 

              854 milioni di persone nel mondo soffrono la fame

              820 milioni di poveri vivono nei paesi in via di sviluppo;

        25 milioni nei paesi in trasformazione;

        9 milioni nel mondo industrializzato 

             L’ Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha segnalato che la metà dei   lavoratori del mondo – 1miliardo e 400milioni di persone- guadagnano meno di 2 dollari al giorno  e 500milioni di persone sono costrette a vivere con meno di un dollaro al giorno, al di sotto della soglia di povertà.

          La FAO ha denunciato che la malnutrizione, che afflige  143 milioni di bambini nei Paesi in via di sviluppo, è la causa di almeno la metà dei 5milioni di decessi  nell’anno di bambini con meno di cinque anni nel mondo. 

    “Quando la povertà colpisce una famiglia – scrive il Papa – i bambini ne risultano le vittime più vulnerabili: quasi la metà di coloro che vivono in povertà assoluta oggi è rappresentata da bambini. Considerare la povertà ponendosi dalla parte dei bambini induce a ritenere prioritari quegli obiettivi che li interessano più direttamente come, ad esempio, la cura delle madri, l’impegno educativo, l’accesso ai vaccini, alle cure mediche e all’acqua potabile, la salvaguardia dell’ambiente e, soprattutto, l’impegno a difesa della famiglia e della stabilità delle relazioni al suo interno.

    Quando la famiglia si indebolisce i danni ricadono inevitabilmente sui bambini. Ove non è tutelata la dignità della donna e della mamma, a risentirne sono ancora principalmente i figli.”

            I Paesi africani in particolare, rileva il  messaggio per la Giornata mondiale della                     pace, soffrono una doppia marginalizzazione : da un lato si registrano in questi Paesi i redditi più bassi, e dall’altro i prezzi dei  prodotti agricoli e delle  materie prime crescono meno velocemente dei prodotti  dei Paesi ricchi. 

        “I contraccolpi negativi di un sistema di scambi finanziari – osserva il Papa – a livello nazionale e globale, basati su una logica di brevissimo termine ”che non considera il bene comune sono pericolosi per tutti “anche per chi riesce a beneficiarne durante le fasi di euforia finanziaria”.

        Il messaggio invita poi la comunità internazionale  a preoccuparsi  per  l’andamento delle malattie panendemiche  come la malaria, la tubercolosi, l’ Aids.     Occorre, infatti, consentire l’accesso alle medicine da parte dei Paesi più poveri con una applicazione flessibile delle regole internazionali della proprietà intellettuale e dei brevetti.

         In particolare, per quanto riguarda la lotta all’Aids il Papa invita a farsi carico di campagne  che educhino i giovani a una sessualità rispondente alla dignità della persona. Infatti, iniziative già adottate in tal senso, in alcuni Paesi, hanno dato buoni frutti contribuendo alla contrazione del fenomeno. 

     A proposito, poi, della povertà messa in relazione allo sviluppo demografico Benedetto XVI scrive: “In conseguenza di ciò, sono in atto campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi né della dignità della donna né del diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli e spesso, cosa anche più grave, non rispettosi neppure del diritto alla vita.              Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l’eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani. Il Papa  offre , quindi, alla riflessione un dato oggettivo: negli ultimi anni “sono uscite dalla povertà popolazioni caratterizzate, peraltro, da un notevole incremento demografico.”

       Il dato ora rilevato pone in evidenza che le risorse per risolvere il problema della povertà ci sarebbero, anche in presenza di una crescita della popolazione. Inoltre, tra le nazioni sviluppate quelle con gli indici di natalità maggiori godono di migliori potenzialità di sviluppo. In altri termini, la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà.

        Nell’Enciclica Centesimus annus [1], Giovanni Paolo II ammoniva circa la necessità di “abbandonare la mentalità che considera i poveri – persone e popoli – come un fardello e come fastidiosi importuni, che pretendono di consumare quanto altri hanno prodotto.” « I poveri – egli scriveva – chiedono il diritto di partecipare al godimento dei beni materiali e di mettere a frutto la loro capacità di lavoro, creando così un mondo più giusto e per tutti più prospero » [

     Nell’attuale mondo globale è sempre più evidente che si costruisce la pace solo se si assicura a tutti la possibilità di una crescita ragionevole: le distorsioni di sistemi ingiusti, infatti, prima o poi, presentano il conto a tutti. Solo la stoltezza –scrive Benedetto XVI-  può quindi indurre a costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado.                 La globalizzazione – sostiene il documento- da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti. Essa rivela piuttosto un bisogno: quello di essere orientata verso un obiettivo di profonda solidarietà che miri al bene di ognuno e di tutti. In questo senso, la globalizzazione va vista come un’occasione propizia per realizzare qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse finora impensabili.

       Da sempre la dottrina sociale della Chiesa si è interessata dei poveri…Questo allargamento della questione sociale alla globalità va considerato nel senso non solo di un’estensione quantitativa, ma anche di un approfondimento qualitativo sull’uomo e sui bisogni della famiglia umana … Sono principi di dottrina sociale che tendono a chiarire i nessi tra povertà e globalizzazione e ad orientare l’azione verso la costruzione della pace. Tra questi principi è il caso di ricordare qui, in modo particolare – conclude Benedetto XVI – l’« amore preferenziale per i poveri » alla luce del primato della carità, testimoniato da tutta la tradizione cristiana, a cominciare da quella della Chiesa delle origini.                                                                      

                                                                                                                Antonio Colasanto