- Città del Monte - http://www.cittadelmonte.it/wordpress -

I preziosi ricami di Renata

Ercolano. Banchetti e bandierine accolgono i passanti all’ingresso degli scavi archeologici. Donne operose sistemano i prodotti di un’arte antica in un mattino decisamente freddo. E’ un’iniziativa a scopo benefico quella organizzata da Annamaria Tammaro, Presidente dell’Associazione Donneuropee Federcasalinghe di Ercolano. La manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione comunale, consiste nel proporre articoli di quell’artigianato che va lentamente scomparendo, come l’antica arte del ricamo, tramandata di madre in figlia e ancora molto diffusa nel vesuviano. La finalità è decisamente nobile: i ricavati della vendita degli oggetti saranno infatti utilizzati per acquistare doni ai bambini in condizioni economiche disagiate in occasione della prossima Befana. Un gesto d’umanità verso il prossimo fortemente voluto da Annamaria, donna caparbia e tenace che crede ancora nella bontà d’animo e nella solidarietà delle persone, tratti tipici di una certa parte della napoletanità, la più verace e la più antica, che troppo spesso è offuscata da un individualismo sempre più sfrenato e dall’immagine negativa proposta dai media. Un lungo bancone accoglie i clienti curiosi con creazioni uniche, divise tra “prestofatti”, ovvero lavorazioni a macchina, e lavori a mano, condotti con sapienza dalla signora Renata Orilio e dalla collega Antonietta Tammaro. Entrambe mostrano sulle dita e le mani i segni del sacrificio, le pieghe frutto della pazienza di un lavoro decennale, così maniacale che quasi fa a cazzotti con un mondo veloce. La madre le consigliava di continuare a studiare, ma allo stesso tempo le trasmetteva quella passione fatta di ago, ditale, una sedia e occhi spalancati sul mondo del cucito. Renata ha 17 anni quando questa smania prende forma e si sostanzia, evolvendosi in un interesse concreto, acquisendo dimestichezza nei vari attrezzi da lavoro: punteruolo, ago, telaio, forbici, forbicine, metro, disegno. Per il ricamo viene utilizzato il lino, il più adatto tra i tessuti, ma viene usato di norma anche il cotone e la seta. Le produzioni di Renata non si contano più. Ad ascoltarla non lo si direbbe: una donna minuta e riservata, raccolta nel suo cappellino di lana realizzato forse con le stesse mani con cui si adopera per interi giorni di lavoro, con quella deformazione professionale che, a costo di guardar doppio per la stanchezza, impone a sé stessi di ultimare il lavoro. Le produzioni esposte sono la testimonianza di un talento unico, in passato richiestissimo perché era abitudine donare l’artigianato fatto a mano per le feste importanti. Durante un periodo della sua vita ha lavorato collane di corallo, frontini per i capelli, accessori e complementi d’abbigliamento per ragazze e signore. Dopo il matrimonio, ha proseguito nella sua attività, spaziando con la creazione di cappellini e il recupero di tende antiche. Renata ha restaurato tende e tovaglie antiche per una cara amica che lavora al mercatino di Napoli, cose dismesse che le sono state consegnate e che ha provveduto a recuperare con scrupolosità, riportandole allo splendore originale. Si è trovata anche a riparare l’ombrello caratteristico di qualche porporato, grazie ad un artigiano del presepe che, conoscendo le sue capacità, si rivolse a lei con fiducia. La produzione di Renata e Antonietta è raccolta con ordine: corredini per neonati, camicine, centrini realizzati secondo gli antichi modelli, cuscini per sofà. Gli asciugamani ben rifiniti risaltano per il materiale di cui sono costituiti, la fiandra. Renata ha due figlie, di cui una ha sviluppato la setssa passione materna. Sono molteplici le sottobranche di quest’arte. Il filet, ad esempio, è una di quelle abilità che stanno lentamente scomparendo. Il tempo richiesto è molto per un lavoro fatto a mano con cura maniacale. L’uncinetto invece resta un’attività ancora praticata in queste zone, anche se le ragazze sono sempre meno disposte ad apprendere queste tecniche. La lavorazione dei centrini a forma esagonale, ad esempio, si struttura in varie fasi: dapprima ci si adopera singolarmente per i vari pezzi, poi si uniscono con l’uncinetto stesso e nella terza ed ultima fase si rifinisce con il punto gambero. Ci congediamo che è quasi ora di pranzo. Un assaggio dei buonissimi dolci preparati di buon mattino e un’allegra foto di gruppo, con l’auspicio che il tempo migliori, affinchè siano tanti i cittadini a rendere possibile un gesto d’umanità, avendo modo, al contempo, di apprezzare un’arte ancora così viva.