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Il cielo su Torino

“Un altro giorno un’altra ora ed un momento  
dentro l’aria sporca il tuo sorriso controvento  
il cielo su Torino sembra muoversi al tuo fianco  
tu sei come me”

Per chi non li conoscesse, questi versi formano il ritornello di una canzone dei Subsonica, “Il cielo su Torino”, per l’appunto. Con uno slancio di romanticismo li accosto alla partita appena conclusa, Juventus-Napoli, valevole per la coppa Italia e persa ai calci di rigore. Un inizio noioso, tra due squadre in crisi. La Juve cerca riscatto dopo la sconfitta casalinga col Cagliari, il Napoli cerca se stesso lontano dal San Paolo, ma anche una scorciatoia per la UEFA. La partita cresce piano, ma è soprattutto il Napoli a crescere, a trovare concentrazione e buoni fraseggi. Santacroce sembra rinato. Le occasioni sono sempre più per i partenopei ma la palla non entra, anche quando basterebbe un soffio per insaccare. Al 93’ invece è la Juve a segnare, ma il goal le viene annullato, ingiustamente per le regole perché il fuorigioco non c’era, giustamente per la versione romantica che sto dando all’incontro. Il Napoli stava meritando nettamente la partita. Supplementari. Gli azzurri, che avevano speso tanto, calano. La vecchia signora sale in cattedra, stavolta è lei che ci prova e non ci riesce. Tra i tanti che la frenano, un miracoloso Cannavaro, che spesso e duramente, critico ma che stavolta non posso non applaudire. E così si arriva ai rigori. Il Napoli è in vantaggio, ma nella più classica delle tradizioni calcistiche, proprio chi aveva dato tanto fallisce malamente il tiro dal dischetto, Ezequiel Lavezzi. Altri due errori e siamo fuori. Fuori dalla coppa Italia. Fuori dalla corsia preferenziale per la UEFA. Ma qualcosa di positivo resta. Finalmente un Napoli che se la gioca lontano dal San Paolo. Finalmente non solo strenua e disattenta difesa. Finalmente Santacroce si riavvicina agli altissimi livelli cui ci aveva abituato. Finalmente si riconosce grinta e convinzione negli uomini in campo. Certo, i limiti dell’organico si vedono ancora, ma non li voglio analizzare adesso. Adesso voglio vedere solo questo spiraglio che viene dal cielo su Torino. Un Napoli senza timori che dice all’avversario: “Tu sei come me”.

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