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Il cinema Astra ricorda Giordano Bruno

Io dirò la verità
Intervista a Giordano Bruno
di Guido del Giudice
I Dialoghi 2012
128 pagine
12.00 €

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Il 17 febbraio del 1600 moriva sul rogo di Campo de’ Fiori Giordano Bruno, definito da Artur Schopenhauer il più grande filosofo dopo Platone. In tutta Italia, questo mese, sono state numerose le iniziative volte alla commemorazione del pensatore nolano. Quella che si è svolta venerdì pomeriggio al cinema Astra non è stata la semplice celebrazione di un filosofo scomparso quattrocentododici anni fa, bensì la presentazione di un personaggio il cui pensiero, per quanto antico, è sempre più attuale, al passo con la scienza ed in particolare con le recenti scoperte della fisica quantistica. Lo storico cinema ha ospitato una conferenza pubblica dedicata soprattutto ai rapporti che il pensiero bruniano ebbe con il movimento esoterico dei Rosa Croce, attraverso la proiezione del documentario Giordano Bruno e i Rosa Croce, realizzato in collaborazione con la scuola di cinema di Napoli e la casa di distribuzione e proiezione cinematografica SCS Srl.
All’incontro sono intervenuti Lello Serao, Francesco Afro de Falco, rispettivamente attore e regista del documentario, e gli studiosi Biagio Milano e Guido del Giudice, medico e filosofo napoletano che negli ultimi anni si è imposto come uno dei massimi conoscitori della vita e dell’opera di Giordano Bruno. Secondo del Giudice, Bruno diede lezioni di terminologia aristotelica ad alcuni studiosi rosacrociani e paracelsiani. Uno degli aspetti fondamentali del pensiero dei seguaci di Paracelso è la dottrina del macrocosmo e del microcosmo ed è probabilmente intorno a questa dottrina che si focalizzò il contatto tra Giordano Bruno ed i Rosacrociani. Questo elemento a cui è approdata la ricerca dello studioso napoletano ha incontrato sul suo percorso il progetto di De Falco di realizzare il documentario.
Numerosi i libri che il dottor del Giudice ha dedicato a Giordano Bruno, l’ultimo dei quali, Io dirò la verità, è stato pubblicato di recente. Il testo filosofico riporta un interrogatorio al pensatore nolano, il quale esordisce con la frase «Io dirò la verità!», che del Giudice ha immaginato essere avvenuto nel corso del processo veneto.
Nel libro, Bruno risponde a quesiti fondamentali sulla sua filosofia, interrogato da due confratelli che furono inviati realmente nelle carceri dell’inquisizione di Tor di Nona, per convincerlo ad abiurare.
Gli inquisitori erano il maestro generale dell’ordine dei domenicani, a cui Bruno apparteneva, Ippolito Beccaria, la cui tomba è ancora nella Chiesa di San Domenico Maggiore, ed il suo virato Paolo Isaresi, dei quali Del Giudice narra la storia.
Ricostruendo la vita di questi due personaggi è emersa una notizia di grande importanza, ovvero che fu proprio Ippolito Beccaria, e non il Cardinale Bellarmino, il vero persecutore di Bruno. Da lui dipende l’inizio di quel processo che dopo otto anni lo avrebbe condotto sino al rogo di Campo de’ Fiori.
Nel corso dell’incontro, del Giudice ha ricordato l’inutilità di celebrare la scomparsa di Bruno per il quale, infatti, la morte non esisteva. Egli riteneva che il trapasso altro non fosse che la dispersione di scintille di energia vitale nell’universo, energia che pervade altra materia. L’obiettivo di Io dirò la verità è quello di fornire soprattutto ai giovani un’immagine inedita del filosofo nolano, il pensatore errante, che nel corso della sua carriera percorse circa diecimila chilometri, fino ad ora conosciuto solo come il martire del libero pensiero.
La prefazione del libro è a cura di Angelo Tonelli il quale scrive che «(Il lavoro di del Giudice) viene a porsi come una pietra miliare nella divulgazione non banalizzante del pensiero bruniano, così attuale nella sua inattualità».
L’ obiettivo della filosofia bruniana è restituire dignità all’uomo. La scoperta di Copernico aveva sottratto alla Terra la sua centralità nell’universo. Bruno la restituisce all’uomo in quanto individuo, affinchè ciascuno scopra di essere il centro del cosmo. Bruno diede nuovo impulso alle idee platoniche ed esortava a percepire l’universo interiore attraverso lo studio della magia, la disciplina che univa l’uomo al cosmo.
L’incontro si è concluso con l’esortazione a realizzare un monumento alla memoria di Giordano Bruno, al momento assente nella città di Napoli.