Print This Post

Il convegno di Collevalenza – parte I

Collevalenza: aperti i lavori del Convegno di Studi

LA MISERICORDIA TRA GIUSTZIA E SPERANZA

Venerdì, 7 febbraio 2009

La preghiera, il canto  e un breve indirizzo di saluto del P. Aurelio Perez, Superiore generale dei Figli dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza Montecchiani, Superiora generale delle Ancelle, hanno dato inizio ai lavori del Convegno promosso dal Cesdim-Centro Studi della Congregazione in collaborazione con la diocesi di Città di Castello per riflettere insieme, pastori ed esperti, su La Misericordia che è tema di grandissima attualità sia sul piano teologico che filosofico.

“Questo Convegno –ha detto P.Aurelio Perez- prosegue idealmente l’onda lunga del World apostolic congress of mercy, celebrato a Roma nell’aprile dello scorso anno, e si colloca nella linea dei precedenti Convegni organizzati dal Cesdim, in particolare l’ultimo incentrato su “La speranza che non delude”.Questa occasione di studio vuole aiutarci a sollevare lo sguardo verso quella speranza che scaturisce da una sorgente limpidissima: la misericordia sgorgata sulla croce dal cuore trafitto di Cristo Gesù, la fonte inesauribile del suo Amore misericordioso, l’unica che può far rifiorire la vera giustizia in una terra assetata di pace”.

La Misericordia, infatti, apre ad un orizzonte di senso ampio e carico di implicazioni per l’uomo contemporaneo alla luce delle due encicliche “Deus caritas est” e “Spe salvi” di Benedetto XVI. Con il convegno di Collevalenza s’intende porre al centro della riflessione quell’atto gratuito e fondante la stessa dimensione del dono e dell’amore. Amare nel segno della Misericordia significa imparare a lasciarsi attrarre dalla forza dirompente della logica della gratuità che si oppone a quella dell’egoismo.

Le sezioni del convegno misericordia e dono, Giustizia, perdono e riconciliazione,   Misericordia e speranza metteranno a confronto la Misericordia con il dono, la giustizia, il perdono, la riconciliazione e la speranza, per aprire nuove prospettive filosofiche e teologiche. .

Per la prima sezione Misericordia e Dono hanno relazionato nell’ ordine Mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello e il Prof. Luigino Bruni dell’Università di Milano-Bicocca.

Mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, ha parlato su “La misericordia. nel magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI”.

In particolare riferendosi a Giovanni Paolo II, Mons. Cancian ha ricordato l’ultimo Angelus del Papa polacco nella Domenica della misericordia che suona come un appello che riassume tutto il suo ministero in chiave di misericordia: “All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dall’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. E’ amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e accogliere la Divina Misericordia!”

E lo stesso Benedetto XVI, due anni orsono, affermava che Giovanni Paolo II “nella misericordia trovava riassunto e nuovamente interpretato per il nostro tempo l’intero mistero della redenzione”.

Il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II ha fatto l’esperienza personale della violenza del male e ha perdonato generosamente Ali Agca. Questa sofferenza ha segnato il Papa e lo ha accompagnato fino alla fine, come esperienza di misericordia pagata di persona. E in occasione della sua prima uscita dal Vaticano si è recato in pellegrinaggio al Santuario dell’Amore misericordioso di Collevalenza e qui ha proclamato: “Con questa mia presenza desidero riconfermare il messaggio dell’ enciclica Dives in misericordia”.

In occasione della dedicazione del Santuario della Divina Misericordia in Polonia il 17-18 agosto 2002 ha affermato :”Voglio professare che non esiste per l’uomo altra fonte di speranza, al di fuori della Misericordia di Dio…Bisogna far risuonare il messaggio dell’amore misericordioso con nuovo vigore. Il mondo ha bisogno di quest’amore”.

Anche Papa Benedetto ha parlato a più riprese dell’Amore misericordioso, come buona notizia di verità e di salvezza, e così all’Angelus del 16 settembre 2007 ebbe a dire: “Nel nostro tempo l’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio”.

 

Il Prof. Luigino Bruni, economista, docente di Economia politica nell’Università di Milano-Bicocca, autore di numerose e prestigiose pubblicazioni, noto in Italia e all’ estero, si occupa di teoria economica, di storia del pensiero economico e di filosofia dell’economia.

   Il Prof. Bruni ha trattato il tema “Etica e relazioni umane: può la misericordia essere una categoria economica?

   La misericordia è un termine estraneo all’economia ha subito detto Bruni. L’economia non ha bisogno dell’amore perché se si introducesse nel mercato l’amore staremmo tutti male. L’economia, infatti, conosce l’eros, la philia, ma non conosce l’ agàpe (forma pura di vulnerabilità, di fragilità) e se non conosce l’agàpe non c’è misericordia.

   L’economista si è interrogato  ampiamente sul tema della felicità e delle relazioni interpersonali, rilevando come la categoria di relazione sia stata dimenticata dalla riflessione economica per anni e come oggi sia urgente riportarla al centro del dibattito.

   Nel prosieguo della esposizione il Prof. Bruni, dopo aver rilevato che la logica del contratto -privato o sociale- è quella della negoziabilità degli interessi delle parti, e che essa postula dunque la reciprocità simmetrica, ha sostenuto che vi sono tuttavia forme di reciprocità di cui sempre più si avverte, oggi, il bisogno. Si tratta di forme di reciprocità che presuppongono un’asimmetria dei ruoli e che consentono di trovare «la giusta distanza che integra l’intimità con il rispetto» (Paul Ricoeur). Allora, mentre occorre riconoscere i meriti del modello mercantile dello scambio- ha affermato l’economista- è del pari necessario ammetterne il limite maggiore che è quello di non riconoscere cittadinanza al principio di fraternità.

   La sfida che il pensiero cattolico deve, oggi, raccogliere– ha concluso Bruni- è quella di mostrare che categorie come quella di gratuità e di dono possono trovare spazio entro la sfera del mercato, dando vita ad opere che, al modo di minoranza profetica, vadano a contaminare la logica del profitto”.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>