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Infinita povertà: un esperimento mentale

Un esperimento mentale è un esperimento che non viene empiricamente realizzato, ma è soltanto immaginato. Basti pensare, ad esempio, al filosofo Archita di Taranto, che, per dimostrare che l’universo è infinito, si chiedeva retoricamente:  "Giunto al limite del cielo delle stelle fisse, potrei allungare la mano, o un bastoncino, ancora oltre? Sarebbe paradossale se non ne fossi capace".
Io invece  dico: immaginiamo un gruppo di ragazzi che giocano a pallone con la testa di un animale prima sgozzato, puttane adolescenti che si vendono la pelle per tre soldi vicino a cumuli di spazzatura bruciati, africani che vanno avanti e dietro tutto il giorno col loro carico di fazzolettini e disperazione a buon mercato. Baby pusher dall’infanzia violenta, con la pistola vicino all’album di figurine del Napoli e alla Play-Station. Cosa potrebbe esserci di peggio?..Forse un  garage di pochi metri quadri, buio e gelido d’inverno, buio e  caldissimo d’estate?. Arredamento quasi inesistente, servizi igienici fatiscenti,  topi sporcizia varia e gatti morti,  bambini di età compresa fra i 10 giorni e i 15 anni costretti a vivere in un ambiente del genere, a mangiare ragù e sangue non ben identificato,  a giocare con macabre suppellettili,  senza il rispetto delle più elementari norme della decenza umana?.. Come se Cristo, anziché fermarsi ad Eboli, non fosse mai nato…Come se dimenticasse le  solitudini che si mescolano tra loro creando un cocktail bestiale, un mix chimico, una caipirinha estiva senza zucchero di canna ma solo sabbia e polvero di tufo. I nostri mondi sommersi restano sempre tali, e pure  i figli di papà che li raccontano con retorica, senza guardare in faccia il serpente che, di notte, nella più solitaria delle solitudini, può venire nella nostra stanza e dirci che ciò che stiamo vivendo ora, continueremo a viverlo per il resto dei nostri giorni, in un triste e assurdo eterno ritorno dell’uguale.

p.s.quando appresi la notizia che un’intera famiglia di Afragola viveva nelle condizioni che prima ho, sinteticamente, trattato, mi trovavo con la mia compagna da quelle parti. All’IKEA. Il paradiso della casa. Del comfort e della tranquillità familiare. Al di là di facili contrasti e pensieri indignati, al di là di retorica e formalismi e moralismi di ogni sorta, avrei voluto subito lavarmi, strofinando forte la mia pelle. Per sentirmi meno sporco.