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Intervista al giovane pittore Mauro Sorbo

Mauro Sorbo è un pittore emergente nato nel 1982 a Santa Maria Capua Vetere. Laureato in matematica, Mauro è un artista autodidatta che con il suo talento sta riscuotendo successi a livello nazionale. Dalle sue parole trapela una personalità riservata, ma determinata ad emergere e a farsi conoscere.

Mauro, quando ha avuto inizio il tuo percorso artistico?

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“Ho sempre avuto la passione per la pittura, ho iniziato per gioco già alle scuole medie. Mi dicevano che ero bravo, poi ho dipinto i miei primi quadri circa otto anni fa, sempre per hobby, per distrarmi. Nel corso del tempo ho fatto delle mostre, ho iniziato a farmi conoscere e a quel punto ho pensato fosse meglio prendere questa mia attività con più serietà, come una seconda professione. Inconsciamente però io continuo a vedere la pittura come un mezzo per distrarsi, forse perché ho fatto studi scientifici. Ho frequentato il liceo scientifico, sono laureato in matematica. Sono mondi molto distanti”.[/feature_box]
La matematica e l’arte sono mondi così distanti secondo te?

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“Solo in apparenza. La matematica è una forma d’arte nonostante sia vista sempre come una materia odiosa, ma io credo che abbia la sua bellezza. E’ una cosa per pochi, ci vuole un’attitudine come per scrivere, per fare musica o per disegnare”.[/feature_box]

Dunque per te la pittura è un interesse più che un modo per comunicare?

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“Nei quadri non parlo di me stesso, non c’è quasi nulla di autobiografico e forse quel “quasi” c’è a livello inconscio. Piuttosto cerco di esprimere le mie opinioni. Nel quadro “la fantasia è solo una bugia”; forse trapela qualcosa del mio carattere, il disincanto. L’essere disincantato credo sia un processo comune a tutti gli adulti, c’è chi lo è di più e chi lo è di meno”.[/feature_box]
In un mondo in cui siamo continuamente stimolati da immagini che circolano soprattutto attraverso i mass media, dalla televisione ai social network, che ruolo ha oggi la pittura?

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“I social network a mio avviso sono un’arma a doppio taglio perché se da un lato offrono una visibilità maggiore, dall’altro azzerano la privacy”.[/feature_box]
C’è chi dice che dipenda dal modo in cui vengono utilizzati…

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“Infatti, è così. Ma il problema è che non siamo consapevoli dell’uso che possono farne gli altri, poiché ci si informa in maniera molto superficiale sia sulle condizioni di privacy che di utilizzo .
Per quanto riguarda il ruolo della pittura, a mio avviso, serve a mantenere vivo un interesse, ma questo vale anche per i libri, per la musica. La persona deve essere stimolata; se nel dipinto non ci trova niente, dopo pochi secondi passa oltre e dimentica il quadro. Invece io cerco di provocare un impatto. I miei quadri sono concettuali . Ci si ferma davanti all’opera quando si vede qualcosa che colpisce, ma questo qualcosa per me risiede più nel minimalismo che nelle cose elaborate in cui ci si può perdere. I social network , come aspetto positivo, rendono possibili i confronti tra chi dipinge, quindi noi pittori ci possiamo sempre confrontarci.
Oggi c’è una ricerca dell’elemento particolare, ma io penso che bisognerebbe tornare alla semplicità delle cose. Io preferisco un quadro con un soggetto semplice. Questo tipo di discorso poi l’ho esteso alla grafica pubblicitaria, altro settore di cui mi occupo. Il mio stile si avvicina all’essenziale”.[/feature_box]
Questo è un discorso che si presta molto alle esigenze di uno spot pubblicitario.

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“Certo, poi bisogna confrontarsi con una società consumistica. Il messaggio da dare dura poco e viene presto sostituito da uno migliore, che piace di più o che è più in voga in quel determinato momento”.[/feature_box]
A tuo avviso la realizzazione di uno spot pubblicitario può essere considerata una forma d’arte?

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“Sì, perché la televisione e i social network rappresentano il futuro. La gente più che a leggere è interessata a vedere. La comunicazione è cambiata, è molto più veloce e consumistica, meno impegnativa, perché la gente non vuole cose elaborate.
Oggi il web è il centro della comunicazione ed in tal senso anche i siti internet devono essere funzionali e non complessi, perché in questa società viviamo in modo veloce. Una cosa può essere bella, ma se non è utilizzabile è inutile”.[/feature_box]
C’è un pittore in particolare a cui ti ispiri?

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“Sono sempre stato affascinato e influenzato dal pittore americano Mark Kostabi, che ha una squadra di pittori che fa anche delle produzioni in serie dello stesso quadro. Da lui ho appreso l’utilizzo dei manichini, ma io sono più figurativo. In genere sono molto attento ai pittori del ’900 e prendo le distanze dall’astrattismo estremo”.[/feature_box]

Ci sono altre forme di arte visiva da cui trai l’ispirazione, magari il cinema, il teatro o anche la letteratura?

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“Io ho letto molta letteratura inglese. Mio padre, insegnante di inglese, mi ha fatto conoscere la cultura britannica, i suoi massimi esponenti nell’arte, nella musica e nella letteratura, e io ne sono rimasto influenzato in maniera significativa”.

Sulla tua pagina facebook hai scritto: “Del passato non me ne frega nulla. Probabilmente anche del futuro. Non credo nei ritorni, non mi interessa ciò che è stato, forse ciò che sarà”…
“Io penso che bisogna pensare al presente perché il passato non lo si può più cambiare. Quando si pensa troppo al passato si tralascia il presente, condizionando il futuro in modo negativo”.[/feature_box]

Adesso parliamo dei tuoi quadri. Cosa rappresenta “Illudimi”?

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“ “Illudimi” cela un significato: è tutto giallo, c’è un paesaggio che trasmette calma ed è come un abbaglio che dura un attimo e di cui non vorresti mai privarti, invece finisce e ritorni alla realtà. Sei completamente invaso da questa illusione che non ti fa pensare più a nulla.
Di paesaggi ne ho dipinti molti, anche su commissione. Negli anni ho cambiato stile. Inizialmente usavo i glitter che ora non utilizzo più. Adesso uso colori per muri, smalti, mix tra acrilici e olio. All’inizio usavo molti colori, invece adesso preferisco usarne al massimo quattro o cinque, in questo modo penso di catturare meglio l’attenzione. Questo discorso per me vale anche nella grafica pubblicitaria. Se apri un catalogo, magari nero, in cui figurano oggetti ordinati, semplici ne sei più colpito e li ricordi meglio”.[/feature_box]

Il quadro “finché morte non ci separi” ha avuto molto successo. Cosa raffigura?

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“Per me, ciò che si vede sullo sfondo non sono monumenti anche se tutti dicono di riconoscere l’arco di Adriano , la torre di Pisa. Molti si fossilizzano sui monumenti ma l’oggetto principale del quadro sono le due figure in primo piano perché l’opera si intitola “finché morti non ci separi”, vuole riprodurre un po’ l’attimo di intimità che vivono le coppie che sperano in un amore che non finisca mai, però molte volte finisce. Infatti uno dei due sta per scomparire dalla scena, inghiottito da questo nero dipinto sotto ad una delle due figure. Questa è una scena che nessuno immagina, molte coppie non se ne rendono conto. Per quanto riguarda i monumenti, c’è anche una torre che assomiglia alla torre di Babele e tutti prestano attenzione ad essi, ma non sono monumenti. Sembra che alcuni siano rimasti colpiti da questi presunti monumenti più che dal soggetto stesso. Perciò mi è venuta l’ idea di realizzare una serie di dipinti raffiguranti dei monumenti stilizzati. Ma questi sono progetti che devo sviluppare più avanti”.[/feature_box]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed il quadro “Noi 2″?

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“Qualche mese fa andai ad una mostra dove mi chiesero di dipingere un quadro ispirandomi al tema dell’amicizia. Uno abbraccia l’altro; ritrae il concetto semplice dell’amicizia con lo sfondo di una città illuminata”.[/feature_box]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hai dipinto anche un quadro ispirato ai centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, “auguri Italia”.

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“Sì, molto spesso nelle mostre a cui partecipo mi chiedono di realizzare un’opera a tema. Il quadro raffigura un uomo da cui esce un vortice costituito dai nomi di tutte le personalità italiane che hanno fatto la storia d’Italia dal 1861 in poi . Vi sono i nomi di fisici, architetti, scrittori, matematici, politici, personaggi dello spettacolo che hanno segnato un’epoca. Ho poi pensato di estrapolare l’immagine centraledi questo quadro per creare una serie; infatti sto per ultimare un altro quadro con la stessa grafica, ma in cui il vortice raffigura simboli matematici. In un altro ancora, il vortice raffigurerà i simboli delle reti televisive”.[/feature_box]

Cosa preferisci?

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“Io preferisco realizzare i quadri anche al momento, perché per me le cose improvvisate sono le migliori. Mi viene comunicato il tema della mostra ed ho una o due ore per partorire un’idea. Per fortuna a me l’intuizione non manca”.[/feature_box]

Parliamo del quadro “la fantasia è solo una bugia”

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“Quello è un quadro che è piaciuto a molte persone. Alcuni lo hanno ritenuto inquietante forse per il seguente motivo: il messaggio è che quando si cresce si diventa più disincantati, quando si è bambini si sprigiona un vortice di idee e crescendo sembra che si perda questa caratteristica. Raffigura un uomo che ritorna bambino e che, seduto dietro ad una scrivania con l’intento di disegnare, ripercorre la sua infanzia, sprigiona di nuovo le sue idee consapevole del fatto che la fantasia, purtroppo, è solo una bugia, nel senso che la realtà è diversa da quella che immaginiamo da bambini”.[/feature_box]

 

 
 

 

 

 

 

Perché hai deciso di inserire una scritta nel quadro anziché lasciare alla pittura il compito di esprimere il messaggio?

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“Ci sono dei quadri in cui inserisco delle scritte che rendono il messaggio inequivocabile, senza lasciare spazio all’interpretazione. Nel quadro che si intitola “Lobotomia” è rappresentata una critica alla società moderna. Tutto ciò che facciamo, i nostri comportamenti, non appartengono interamente a noi, ma abbiamo visto in televisione i modelli e li ripetiamo. Le nostre personalità sono il frutto di ore ed ore di televisione. Nelle discussioni di oggi, ad esempio, io noto la presenza di una grande aggressività che a mio avviso ci è stata trasmessa dai talk show. Noi non siamo aggressivi, ma è la televisione che ci rende tali. Quindi la persona diventa come una marionetta che cerca di liberarsi inutilmente da questo sistema. A tal riguardo penso che non possiamo più liberarci da questi condizionamenti, perché anche le discussioni più banali avvengono in televisione, i processi vengono fatti in tv. Non c’è più discrezione, ma è tutto dato in pasto alla televisione. Se vieni coinvolto in una cosa e non vuoi condividere il tuo pensiero con i mass media vieni giudicato come una persona anormale, quando dovrebbe essere il contrario”.[/feature_box]

Illustraci il “Castello dei sogni”

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“Quello è uno dei primi quadri che ho dipinto, infatti è stato realizzato con i glitter, che io utilizzavo spesso negli anni passati. E’ sempre un quadro concettuale, rappresenta un castello che al suo interno racchiude i sogni, il tuo mondo”.[/feature_box]

 

 

 

 

 

 

 

 

“Lo spazio familiare” cosa rappresenta?

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“E’ un paesaggio innevato molto grande. Vicino alla casa ci sono un padre ed un figlio, mano nella mano, ad esprimere il rapporto particolare che esiste tra padre figlio ed in cui rientra tutto, non importano le dimensioni. Il padre ed il figlio guardano il paesaggio e racchiudono la loro intimità in questo grande spazio, che può essere anche piccolo”.[/feature_box]

Cosa ci dici del quadro ” Geometria Sciolta”?

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E’ stato realizzato con un mix di olio e smalto. Ho iniziato a sperimentare questa tecnica un po’ per caso, un po’ per necessità perché dovevo arrangiarmi con quello che avevo. I pennelli non li uso mai, uso l’ovatta e stracci che mi consentono di realizzare le sfumature.[/feature_box]

 

 

 

 

 

 

 

Hai da poco attuato il tuo progetto di realizzare una sorta di “magliette d’autore”, cioè maglie su cui far stampare le tue opere. In cosa consiste di preciso?

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“All’inizio avevo pensato a questo progetto come merchandising e quindi  pensavo di mettere tutto il quadro sulla maglietta. Poi ho modificato i dipinti trasformandoli in grafiche per maglie. Così ora faccio pubblicità a me e creo una linea di abbigliamento che sta andando bene: ho venduto trenta maglie in dieci giorni. Per ora le vendo io e poi farò pubblicità sul mio sito che uscirà tra qualche mese. I negozi mi hanno proposto di venderle in vetrina, ma io preferisco essere cauto, almeno per quest’anno”.[/feature_box]

Abbiamo discusso a lungo del presente, ma quali saranno i tuoi prossimi impegni?

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Dovrò fare un’esposizione a Campagna, in provincia di Salerno, il 21 luglio.
Ultimamente a Roma ho fatto un’esposizione personale alla Sapienza, grazie all’organizzazione “Sapienza in movimento”. Ho potuto raccogliere il parere di ragazzi che studiano lì, provenienti da tutta Italia. Mi ha colpito molto l’interesse di una professoressa spagnola, in particolare, che era di passaggio. E’ stata una bellissima esperienza.[/feature_box]

 

Per saperne di più e conoscere tutte le opere vi consigliamo di visitare il sito web http://www.ioarte.org/artisti/Mauro-Sorbo/ [1].