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Intervista alla counselor Luisa Palumbo

Il counseling è la sua professione, ma - ci confessa – ormai per lei è diventato un modo di stare al mondo. Si chiama Luisa Palumbo, conduce gruppi esperienziali per lo sviluppo e il miglioramento delle capacità comunicative e relazionali ed è autrice de I miei mondi, pubblicazione che ha segnato il suo esordio come scrittrice.

Luisa, perché la scelta di una professione come quella del counselor? Cosa l’ha spinta ad intraprendere questa strada?

<<Il bisogno di dare un aiuto più concreto alle persone in difficoltà, avendo progettato per diversi anni azioni di sostegno sociale a favore di minori a rischio di esclusione e delle loro famiglie. Il Counseling possiede molti strumenti, capaci di attivare cambiamenti a lungo termine e ciò lo rende molto efficace>>.

Nel libro si legge che ha sentito il bisogno di creare un mondo tutto suo, un luogo, uno spazio in cui governare, respirare.  Come nasce il progetto I miei mondi? Ci vuole raccontare i passi che l’ hanno portata alla stesura del libro fino alla sua pubblicazione?

<<Il libro I miei mondi  è sicuramente l’insieme di momenti di vita personali che si  intersecano con le storie di coloro che hanno incrociato la mia strada. I nuovi spazi di cui parlo nel libro sono quelli scoperti attraverso il counseling, che chiaramente fanno a pugni con i ristretti schemi mentali delle molte e diverse esperienze di vita in cui mi sono cimentata. In particolare la poesia è stata per me una scoperta significativa, per aprirsi alla creatività e pertanto alla capacità di soluzionare di fronte ai problemi>>.

Il libro è centrato sul binomio counseling-poesia. Che ruolo ha avuto la poesia nella sua vita? Perché si è avvicinata a questo genere letterario?

<<Credo che spesso non siamo noi a scegliere le cose, ma sono esse che ci scelgono. La poesia, sin da piccola, non è mai stata una passione per me: non la comprendevo e addirittura mi annoiava. Ma, in età già adulta, un amico mi regalò alcuni libri di poesia e mi fece assaporare la bellezza e l’intensità di essa. Penso sia stata quest’esperienza, avvenuta al di fuori del mondo scolastico, che abbia preparato in me un terreno fertile ad accoglierla a viverla come uno strumento di esplorazione>>.

C’è uno scrittore al quale si sente particolarmente vicina e che l’ha ispirata?

<<Ce ne sono molti. Come poeti amo Pedro Salinas e Pablo Neruda, penso che la loro poesia sia molto fotografica, oserei dire ad impatto veloce. Sono molto chiari e sento che le loro poesie mi appartengono e mi aprono alle emozioni. Per quanto riguarda gli scrittori amo molto la maniera di scrivere di Paolo Maurensig. Il libro che amo di più di questo scrittore è La variante di Lüneburg. Parla degli scacchi e di come ci insegnino molto su una persona>>.

Il suo libro si presenta come una guida al benessere. La poesia riesce ancora a comunicare al mondo d’oggi?

<<Certo, la poesia oggi ha un ruolo. Il suo linguaggio sono le emozioni che non possono essere scisse dall’uomo in quanto vive tramite esse. La poesia aiuta a capire cosa si prova, è uno strumento di esplorazione interna, del proprio sé che risulta più autentico in quanto non è bloccato dalla razionalità e libera da qualsiasi struttura e regola. Le parole di una poesia infatti non seguono lo stesso codice linguistico dell’attuale modo di divulgare fatti, avvenimenti o cronaca giornalistica. Le parole di una poesia hanno il semplice scopo di tirar fuori dall’anima umana le diverse spinte emotive che si agitano in lei, per permettere all’individuo di renderlo consapevole della propria ricchezza>>.

Veniamo alle sue poesie. Stare in me , Mai più fragile , Vuoto fertile sono componimenti poetici che raccontano di persone con le quali ha condiviso una parte della sua vita. Cosa l’ha ispirata a parlar di loro?

<<Questi tre componimenti poetici sono nati dalla mia esperienza di counselor. La relazione di counseling non è mai una relazione a senso unico, c’è uno scambio significativo tra counselor e cliente che  si trasforma in un sentire empatico condiviso. In altre parole, tanto più la storia del cliente suscita emozioni forti nel counselor tanto più ciò può essere elaborato attraverso una forma poetica>>.

Dalle sue poesie si deduce qualcosa del suo essere. Lei spiega che il mandala è un disegno geometrico, quando lo si colora racconta di come abbiamo vissuto e di come stiamo procedendo lungo il cammino della nostra vita. Lei parla di un mandala che le sta molto a cuore, uno che ama più di tutti, ed è quel pezzetto di pane rotondo che per i cristiani rappresenta Gesù Cristo. Quanto la sua fede ha inciso in questo progetto?

<<Tutte le esperienze che ho fatto sono servite a scrivere questo libro, e sicuramente la fede nella mia vita ha un ruolo predominante che con  il mio percorso di counseling si è trasformata in un apertura a tutti i modi di credere o non credere. Ho imparato che la diversità è una ricchezza. La mia finestra prima apriva sulla piazza del paese ora si apre sul mondo>>.

<<Dei di cartapesta, clown, giocolieri, maschere di carnevale>>. Parla di questo in Politica senz’anima. Da dove nasce questa concezione?

<<Nel 2000, quando mi sono candidata nell’ ex partito dei ds. Quest’esperienza è stata per alcuni aspetti negativi, non sono infatti riuscita a diventare consigliere, ma anche molto positiva, infatti entrando a contatto con questo mondo ho realizzato che non mi sarebbe mai potuto piacere. Oggi la politica è al servizio di chi ha un forte bisogno di protagonismo e potere. È solo un lavoro per riempire le proprie tasche. Io credo alla politica che viene dal basso, che nasce dall’ascolto vero dei bisogni delle persone>>.

<<Vivo e scelgo, sono creativa: non guardo scorrere la mia esistenza, ma la creo>> . Scrive così in Crescere ; poesia che profuma di vita e positività. Cosa l’ ha spinta a scriverla?

<<Questo componimento lo considero come un risultato raggiunto nella mia vita, perchè un percorso di counseling non libera dalla sofferenza, ma ti insegna a gestirla>>.

Quali sono le sue aspettative in merito a questo progetto?

<<Mi aspetto che il messaggio che intendo dare, ovvero vivere una vita più integrata con se stessi e più vicina al modo in cui siamo, sia letto con la curiosità di conosce se stessi attraverso le emozioni. Il mio obiettivo riguardo questo progetto lo sento vicino alle parole di uno scrittore le quali mi hanno ispirata, Miro Silvera scrive: Il libro ha una vita a sé e leggere un libro è partecipare a questa vita, condividere parole ed emozioni in cui possiamo o meno riconoscerci, in cui possiamo ritrovarci o perderci, parole che possono divertirci, emozionarci o annoiarci. Ma con un libro qualcosa succede sempre>>.