- Città del Monte - http://www.cittadelmonte.it/wordpress -

La fidanzata di papà

Barbara e Matteo, giovani italiani, a Miami decidono di sposarsi: lei è in attesa di un figlio. Questo nasce, ma è nero. Rotto il sodalizio con De Sica, Boldi lavora in proprio, lo stesso Boldi ne è produttore e d‘anticipo: come l’anno scorso, ambientato alle Bahamas, il “cinepanettone”, cioè il filmone natalizio comico che incassa molti quattrini, esce a novembre, sempre caratterizzato da locations esotiche. Sicuramente gli conviene di più. Il film incassa: anzi, è uno di quei punti fermi della programmazione invernale. E, siccome non è in concorrenza con alcun altro film comico, è, per il cinema italiano, un moltiplicatore di incassi, perché si sommano a quelli natalizi. Quindi la scelta è stata giusta. Anzi, conferma il dato per cui non esistono date che farebbero incassare e altre no: dipende solo dal film. Ma com’è ? Qui scatta il dilemma del critico. A me non ha divertito, in generale, anche se mi sono piaciuti gli interventi di Biagio Izzo: però ho visto in sala il pubblico, specie dei bambini, sganasciarsi dalle risate. E comunque, anche se non entusiasta, la gente non esprimeva dei commenti malevoli. Quindi ritengo che l’operazione sia riuscita. Il regista, un “vecchio” volpone della commedia, ha sostanzialmente fatto centro. Anzi, ha mostrato perfino delle ambizioni: egli non vuole essere ascritto alla categoria del macellaio di bassa comicità. Vi sono delle citazioni che annobiliscono il film. Ha fatto tentare, a Boldi e Salvi, il duetto della “lettera” stile Totò & Peppino; ha usato, anche se non con la stessa grazia, nel finale, una citazione di “A qualcuno piace caldo” e, prima, una di “Quando la moglie è in vacanza”, tutti e due di Billy Wilder, con lo stesso abito bianco che si alza. Con la sola differenza che la bionda era Biagio Izzo, en travesti. Poi lo stesso si dà, inascoltato, delle lunghe citazioni di Eduardo. Però i meccanismi non sono reinventati: le battute sono grosso modo simili da un film ad un altro, variando di poco le situazioni. Vi sono delle buone new entries: Nino Frassica che ripropone il suo sgangherato linguaggio, ma siccome lo fa con eleganza e senso dei tempi, sembra quasi innovativo. C’è poi l’immissione di una zelighista: nel personaggio di Luminosa, l’attrice Teresa Mannino dà un taglio appena appena sopra le righe. Ma risulta efficace e azzeccato, perché distaccato e autoironico. Izzo ha i tempi giusti: ma tende a ripetere i ruoli. La Ventura, che è ritornata al cinema, dopo una non dimenticata débacle di diversi anni fa (nel 1996), mostra un grinta che le è confacente. Trovo insopportabili e fuori tempo comico i Fichi d’India. Simpatica e riuscita è la trovata del bimbo nero, col corredo di spiegazioni date: ha in sé modalità culturali di apertura mentale.

“LA FIDANZATA DI PAPA’” di ENRICO OLDOINI; ITA, 08.