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La leggenda di Pulcinella

[1]Carlo VIII, re di Francia, nel lontano 1494 decise di scendere in Italia per conquistare la penisola. Cammina e cammina con il suo esercito di cavalieri, un bel giorno giunse in un piccolo paese in provincia di Napoli, Acerra.

Tutti i nobili del luogo allora si organizzarono per fare bella figura con il re e decisero di mettere in scena una favola atellana, una commedia divertente.

Chi potevano chiamare nel ruolo di personaggio principale? Paolo Cinella, un popolano, si propose per interpretare il ruolo della mummia e divertire la popolazione oltre che il re in persona.

Ma chi era questo Paolo Cinella? Bastava guardarlo in faccia che già si scoppiava a ridere. Aveva il viso dalla fronte al naso del colore della feccia del vino, sul brunastro scuro, per colpa di quelle voglie che volgarmente si chiamano delle donne incinte. Di solito si tingeva questa parte di un color fumo e girava per le strade della città a far scherzi e divertire.

Aveva le membra tarchiate e grosse, ma non la gobba, e un naso quasi a ponte.

Era solito indossare camicia e mutande, rigorosamente bianche.

Era un filosofo buffone, anzi un buffone filosofo, sciocco e semplice che faceva ridere ma anche riflettere allo stesso tempo.

Con la sua allegria e i suoi scherzi, la sua ignoranza e il suo spirito arguto pronto sempre alle nobili azioni e al sacrificio di sé, impersonificava a pieno il carattere dei napoletani.

Da allora nasce la leggenda di un personaggio che non si sa se sia mai realmente esistito. Ma ci piace pensare che ogni carnevale Paolo Cinelli giri per le strade di Acerra a fare scherzi a tutti donando a tutti quel pizzico di buon umore di cui tanto si sente bisogno nella quotidianità.