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La Solitudine Dei Numeri Primi

La Solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo.2010

Diretto da Saverio Costanzo, il film è tratto dal libro di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi” vincitore del Premio Strega 2008. La trama narra la storia di due giovani, Alice e Mattia, che vivono due esistenze parallelamente solitarie e incomprese. Alice soffocata nella sua parziale disabilità e Mattia tormentato da quel peso che si porta dietro dalla tenera infanzia: la scomparsa della sua gemella Michela. Entrambi vivono sotto il peso di chi nella vita riesce ad emergere con particolare disinvoltura, di coloro che di fronte a personalità introverse e silenziose ostentano superiorità come capita ai due protagonisti adolescenti. Le vicende vengono narrate con continui flash back: si passa sistematicamente dall’adolescenza all’età adulta, dall’infanzia all’adolescenza sfiorando l’eccesso. Nella prima parte del film, bisogna mantenere alta la concentrazione per riuscire a seguirne il filo, senza perdersi in questo continuo altalenare. Se si potesse descrivere con un colore  questo film probabilmente il più appropriato sarebbe il grigio. Grigio come il fumo di una sigaretta, grigio come quel velo di costante tristezza che pare coprire i volti dei due personaggi. Anche i toni sono bassi, pacati. Le luci sembra quasi che non illuminino. Una storia d’amore che, contrariamente a quanto siamo abituati spesso a vedere sul grande schermo, non entusiasma, non prende allo stomaco.
Da sottolineare l’impatto forte sul cambiamento fisico dei due, volto probabilmente a simboleggiare il malessere interiore che emerge:  lei diverrà anoressica, lui grasso fino a sfiorare l’obesità.
Da vedere senza aspettarsi nulla. Chi ha letto il libro potrebbe restare deluso, chi non lo ha letto potrebbe aspettarsi quel qualcosa, quel quid pluris che forse nel film non c’è.