Dopo tredici anni di silenzio poetico, Patrick McGuinness – romanziere, saggista, accademico raffinato – torna con una raccolta che emerge da una perdita. Linea fissa[1], pubblicato da Interno Poesia, a cura di Giorgia Sensi e con prefazione prende forma dalla morte della madre, e si impone con la grazia inaspettata e stratificata di ciò che non cerca di esistere, ma si afferma. La sua poesia sembra affacciarsi sulla pagina con discrezione, quasi sorpresa di essere state scritta, come se volesse, in fondo, sparire o nascondersi.
Il lutto in McGuinness non è solo assenza: è cancellazione[2] che spreme il giorno, come un foro su un fondo[3]. Non lascia macerie, ma superfici lisce, lucide, dove i ricordi scivolano. In Madre come uccello ma anche in Madre come specchio, lo sguardo genera uno smottamento identitario, un lacerante sdoppiamento emotivo, dove la molteplicità di forme condensa visioni vedove e abissi fantasmatici che prendono il lessico dal sonno e dall’ostaggio dei fogli.
Fuoriescono dall’ombra-romanzo e dal profumo come dettaglio assente di presenza e ostaggio del silenzio: «Partì centinaia di volte, per migliaia mi lasciò solo, / e quando le sue ali si aprirono, chiusero il cielo», confessa il poeta.
In Cose certe si aggrappa all’idea della certezza per riscoprirla illusoria, e quando prova a fissarla con le parole, il linguaggio gli sfugge, come un pontile che si scopre insussistente, proprio quando si tenta di ormeggiare, nei suoi frammenti opachi.
In Fabbrica dei pensieri tristi, un pezzo in prosa, McGuinness scrive con ironia tagliente: «Di tutte le poesie che ho scritto, questa è quella che non ho mai scritto». Il dolore insonne tagliente, come l’arte, a volte si definisce, appropriandosi della sottrazione, della crepa, delle risonanze detratte.
Eppure ogni parola, che riesce a oltrepassare il confine dell’indicibile, chiede di essere accolta e rinominata, anche quando non si possono leggere le labbra materne, in mano alla morte.
Come accade in Oggi è già finito, dove il gesto ordinario della madre che riordina diventa immagine della sua scomparsa, del suo cancellare ogni traccia, persino quelle del figlio: «Spezzava i tempi dentro me, / mi faceva vivere come se stessi evaporando: / mi diceva che non sarei mai stato / mio contemporaneo».
Il tocco di McGuinness è lieve ma il suo sguardo è pesante di esperienza. Alcune poesie alludono con grazia struggente alla malattia mentale della madre, alle cure ricevute in ospedale e all’elettroshock. Senza mai calcare la mano, riesce a dare corpo a una fragilità che abita tanto la madre quanto la lingua stessa.
Dopo tutto, la madre era belga e francofona, il padre irlandese: la doppia appartenenza linguistica diventa qui metafora dell’oscillazione tra la presenza e dissoluzione, svanimento e occultazione, silenzio e lingua.
Il rumore delle cose quando partono sono suono di ombre e colori che sfrigolano nel buio. Forse un saluto che accade e si smarrisce, spore incrinate che allargano crepe, la linea fissa che unisce e divide o la piuma insanguinata che si chiude prima della prossima pioggia contro la finestra.
L’assenza diventa traccia, memoria per sottrazione. La sospensione immaginativa solca i movimenti dei treni che attraversano il Belgio: caffè di frontiera, porte e finestre di Vallonia e stazioni di Bruxelles, passaggi postindustriali, deviazioni e coincidenze, periferie e ritorni. McGuinness, nei biglietti lasciati sulle parole, riesce a trasformare stanze d’albergo in epifanie lucide, interroga il vuoto, tocca il dissolvimento e la luce che si riversa cercando il punto fragile della memoria come un fondo permanente e scanalato.
8 luglio 2025
McGuinness P., Linea fissa, a cura di Giorgia Sensi, prefazione di Philip Morre, Interno Poesia, Latiano (Br) 2025.
Kellaway K., Blood Feather by Patrick McGuinness review – on the wings of grief, in “The Guardian”, 9 May 2023 (https://www.theguardian.com/books/2023/may/09/blood-feather-patrick-mcguinness-review-poetry-grief).
Conlon P., “If I was a poet, how would I write about this?”: In Conversation with Patrick McGuinness, (https://isismagazine.org.uk/2023/07/if-i-was-a-poet-how-would-i-write-about-this-in-conversation-with-patrick-mcguinness/?utm_source=chatgpt.com), July 26 2023.
[1] McGuinness P., Linea fissa, a cura di Giorgia Sensi, prefazione di Philip Morre, Interno Poesia, Latiano (Br) 2025.
[2] Kellaway K., Blood Feather by Patrick McGuinness review – on the wings of grief, in “The Guardian”, 9 May 2023 (https://www.theguardian.com/books/2023/may/09/blood-feather-patrick-mcguinness-review-poetry-grief).
[3] Conlon P., “If I was a poet, how would I write about this?”: In Conversation with Patrick McGuinness, (https://isismagazine.org.uk/2023/07/if-i-was-a-poet-how-would-i-write-about-this-in-conversation-with-patrick-mcguinness/?utm_source=chatgpt.com), July 26 2023.