- Città del Monte - http://www.cittadelmonte.it/wordpress -

Per segnare bisogna tirare in porta (Edizioni Spartaco).

[1]

<< Per segnare bisogna tirare in porta >> disse una volta Vujadin Boskov al giornalista che gli chiese di commentare lo zero a zero della sua squadra. Una frase semplice che racchiude la filosofia di un gioco semplice, il calcio. Una frase che da il titolo alla raccolta di racconti, edita da Spartaco nel 2010, alla quale hanno partecipato tredici scrittori. A ciascuno di loro è stato chiesto di raccontare un calciatore, il suo personale eroe calcistico, un eroe per caso oppure un mito immortale seduto nel pantheon della propria squadra del cuore. Il risultato è una raccolta varia e colorata,  piena di curiosità, un libro sul calcio, certo ( già vedo qualcuno storcere il naso), ma  con storie meritevoli di essere raccontate. Come quella di Alexi Lalas, calciatore americano con sogni da rockstar,  arrivato con tante promesse a vestire la maglia di una squadra della serie A italiana negli anni ‘90. Quella di Lalas è una storia in bilico tra la passione per il rock ‘n’ roll e il talento per il calcio.  << You can’t always get what you want[1] [2]>> recita il titolo del racconto; sottotitolo : << La passione è un’altra cosa, non c’entra niente con quello che sai fare >>, come scrive Athos Zontini che introduce così Lalas : << La differenza tra qualsiasi musicista senza fortuna  e Alexi Lalas sta nel fatto che nessun musicista senza fortuna ha fatto parte della squadra olimpica, della Nazionale americana di calcio o di un club italiano di serie A, per quanto piccolo come il Padova. A nessun musicista senza fortuna hanno mai proposto di scrivere un’autobiografia sulle proprie imprese sportive quando aveva ventisei anni ed era ancora in perfetta salute o hanno mai dedicato un videogioco sul soccer della playstation (Alexi Lalas International soccer, n.d.a.).  Nessun chitarrista, batterista o pianista senza fortuna ha partecipato ai Mondiali, ha vinto due volte di seguito il campionato americano e dopo essersi ritirato è diventato anche un manager di successo nel mondo del calcio >>.

Divertente e appassionato è anche il racconto di Gianluca Morozzi, << Heroes (Just for one day) >>. L’eroe in questione è Sergio Volpi e la squadra è il Bologna, di cui l’autore è gran tifoso.  Gianluca Morozzi è riuscito, con le sue riflessioni, a cogliere i punti cardine della psicologia di un tifoso, senza renderli banali. Il suo è uno sguardo curioso, capace di riportare sensazioni precise, traiettorie dei passaggi, dipanarsi delle azioni e conseguente contraccolpo sullo stato d’animo dei tifosi; piccoli momenti di gloria che accomunano i sostenitori di tutte le squadre, il tutto imbevuto di sarcasmo e ironia. Morozzi, durante la lettura, riesce a tenerti col fiato sospeso anche se non tifi per il Bologna.

Altri racconti hanno tra i protagonisti campioni come Dino Zoff, Agostino di Bartolomei, Roberto Mancini. Fino ad arrivare al più grande, Diego Armando Maradona, e al suo gol leggendario segnato contro gli inglesi ai mondiali messicani del 1986, raccontato con maestria e passione da Maurizio De Giovanni, tifosissimo del Napoli. Il suo racconto è la storia di una cavalcata dai  contorni epici, il piccolo e imprevedibile indio contro gli arcigni e alti difensori inglesi, una muta di cani che insegue la volpe.  Insomma, una vera chicca.

La raccolta annovera fra i partecipanti anche l’interista Marco Civoli, il blaugrana Josè Quirante Rives, il milanista Paolo Pasi e altri validi autori, per tredici racconti accomunati da una visione ingenua e spontanea del calcio, a dimostrazione del fatto che questo sport, osservato con lo stupore  e l’innocenza di un ragazzino, ha tante storie da raccontare.


[1] [3] Non puoi sempre ottenere quello che vuoi.