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Perdono responsabile e giustizia riparativa, a Capodimonte un corso di pastorale carceraria

Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale - Aula Magna - Sezione San Tommaso [1]

Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Aula Magna – Sezione San Tommaso

C’è sete di giustizia e di perdono alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino in Napoli, in viale Colli Aminei 2. Al via il corso di formazione Perdono responsabile e giustizia riparativa: uno sguardo profetico, con inaugurazione il 26 febbraio 2018, promosso dalla Facoltà teologica in collaborazione con l’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane, l’Ufficio di Pastorale Carceraria dell’Arcidiocesi di Napoli, con il patrocinio del Garante delle persone sottoposte a misure ristrettive della libertà personale Regione Campania. Uscire, andare, incontrare…e raccontare: Chiesa e istituzioni, in sinergia, a favore del mondo delle carceri. Città del Monte avrà cura di seguire e raccontare un cammino, quello di una Chiesa in uscita a favore dei bisognosi, di grande impegno e responsabilità morale.

Il corso – Diretto dal professor Carmine Matarazzo, docente presso la PFTIM sezione San Tommaso d’Aquino, il corso è destinato ad operatori pastorali nell’ambito carcerario, docenti di religione, catechisti, volontari, assistenti sociali, parroci, avvocati, studenti di teologia e di scienze religiose, ed è accessibile con un contributo partecipativo di soli euro 30. Previste otto lezioni e laboratori con tirocinio ed un forum conclusivo, per una durata complessiva di tre mesi, da marzo a maggio 2018, presso le sedi della Facoltà teologica in Napoli al viale Colli Aminei 2 e presso la Casa circondariale di Poggioreale e la Casa di Accoglienza “Liberi di volare”, Napoli.

Il programma – Inaugurazione il 26 febbraio, presso la sede della Facoltà teologica,  alla presenza di monsignore Lucio Lemmo, vescovo ausiliare di Napoli  con la relazione inaugurale: Mettersi in ascolto di una Chiesa ferita, prigioniera e nascosta, a cura di don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio di Pastorale Carceraria dell’Arcidiocesi di Napoli,  professore Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Regione Campania, don Tonino Palmese, vicario episcopale per la Giustizia e la Carità dell’Arcidiocesi di Napoli. Moderato dal professore Carmine Matarazzo, direttore dell’Istituto di Teologia Pastorale. Prima lezione, 1 Marzo: Capovolgere la giustizia. “Carcere” extrema ratio!, con  Don Franco Esposito, Direttore dell’Ufficio di Pastorale Carceraria dell’Arcidiocesi di Napoli, il professore Carmine Matarazzo, padre Francesco Occhetta S.I., de La Civiltà Cattolica; seconda lezione, 8Marzo: Il Documento Base in ambito penitenzia- rio e il ruolo del cappellano carcerario, con don Virgilio Balducchi,  già Ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, don Agostino Zenere, già Cappellano del Carcere circondariale di Vicenza;  terza lezione, 15 Marzo: L’ordinamento penitenziario e la presenza della Chiesa nelle carceri, con il dottore Antonio Sgambati, Vice Comandante Carcere di Poggioreale, la dottoressa Monica Amirante, Magistrato Tribunale di Sorveglianza ;primo laboratorio con tirocinio, il 22 Marzo , presso  la Casa circondariale di Poggioreale, coordinato dalla dottoressa Maria Luisa Palma, direttrice della Casa Circondariale di Poggioreale, tutor il dottore Ercole Formisano, responsabile Area pedagogica Casa circondariale di Poggioreale, testimonianza di don Giovanni Liccardo, cappellano Casa circondariale di Poggioreale; quarta lezione, il 12 aprile: ; La pastorale carceraria: obiettivi e finalità, con don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio di Pastorale Carceraria, suor Liberata Magliocchetti, operatrice pastorale carceraria; quinta lezione, il 19 aprile:Fare catechesi in carcere: fondamenti teologici e implicazioni esperienziali, con il professore Antonio Spagnoli,  AC Arcidiocesi di Napoli,suor Lidia Schettino, operatrice pastorale carceraria; sesta lezione, il 26 aprile: Il contributo degli operatori pastorali nell’ambito carcerario in prospettiva ecumenica, con il professore Gaetano Castello, Preside PFTIM, esperto di ecumenismo e il professor Michele Giustiniano,  giornalista ed esperto di storia e teologia dell’ecumenismo; secondo laboratorio con tirocinio il 3 maggio, presso la Casa di Accoglienza “Liberi di volare”, Napoli,  coordinatrice la dottoressa Anna Maria Caiazzo, esperta di pedagogia carceraria, tutor la dottoressa Valentina Ilardi, operatrice pastorale carceraria, testimonianza di don Giovanni Liccardo, cappellano Casa circondariale di Poggioreale; settima lezione, il 10 maggio: Perdono e/o giustizia riparativa? Per una significativa relazione di aiuto, con il dottore Gherardo Colombo, magistrato, il professore don Tonino Palmese, presidente Fondazione  Polis Regione Campania; ottava lezione, il 17 maggio: Il carcere “luogo di salvezza”? Prospettive pastorali per un inserimento ecclesiale e sociale degli ex detenuti, con don Fabio de Luca,  cappellano Carcere di Nisida e il dottore Gianluca Guida, Direttore Carcere di Nisida; forum conclusivo il 31maggio alle ore 17.00: Carcere e giustizia da un “altro punto di vista”, presieduto da Salvatore Angerami, vescovo ausiliare di Napoli e moderato dal professore Carmine Matarazzo, con gli interventi del professore Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Regione Campania, il professore Giuseppe Ferraro, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, la dottoressa Maria Luisa Palma, direttrice Casa Circondariale di Poggioreale, il dottore Antonio Mattone,   Direttore Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli. Conclusioni di don Franco Esposito.

 

Tra gli interventi dell’inaugurazione: don Francesco Asti, decano della sezione San Tommaso d’Aquino della PFTIM: <<La Facoltà Teologica di Capodimonte come persona che trasmette il messaggio cristiano. Papa Francesco ci dice di fare rete, ossia fare comunione, che nel caso di specie, si realizza con percorsi formativi. Per fare comunione bisogna però educarsi: ecco che entra in azione la nostra Facoltà, con il compito di dare formazione, conoscendosi di più per essere più disponibili agli altri. Conoscendo Dio conosciamo di più noi stessi, e l’ambiente carcerario ne è luogo adatto>>;don Franco Esposito, portando il messaggio del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe: <<Lode a questo corso, così completo ed articolato che mette al centro la questione della giustizia e del perdono, in una sinergia tra le più parti componenti, tra persone che si impegnano in un campo difficile, come quello del penitenziario, portando una parola di conforto. Uscire, andare, incontrare: la Chiesa al servizio delle persone  bisognose e le diocesi vicine ai problemi sociali. Non possiamo parlare di carità cristiana fino a quando in maniera coerente non ci poniamo al fianco e all’ascolto di chi ha bisogno. Una Chiesa in uscita: andare nelle carceri, una missione essenziale, questa che sta per cominciare, una formazione impegnativa, ma affascinante>>;don Raffaele Grimaldi: <<Poniamo attenzione verso una Chiesa che vive la solitudine del carcere. La Chiesa di Napoli da sempre è attenta ai senza voce. Un corso, questo, che spalancherà nuovi orizzonti e stimolerà in molti la voglia di collaborare attivamente. Il volontariato non è una pianta che nasce in modo spontaneo, è uno discernimento vocazionale, e le carceri rappresentano luogo di riscatto e di riconciliazione.  Senza i volontari le mura delle carceri sarebbero senza vita. Il volontariato come una fiamma di speranza, un ravvivarsi delle coscienze… i volontari tessitori di speranza e di giustizia, pronti a fornire nuovi passi di riparazione sociale, costruttori di ponti e non innalzatori di muri di indifferenza. I volontari come ospedali di campo, come una scommessa su un vaso rotto, di chi continua a credere in chi ha sbagliato. Il volontario nelle carceri come una voce profetica, ed il carcere, luogo in cui si incontra in maniera costruttiva la miseria e la misericordia. Non dimentichiamo che i carcerati sono i battezzati che rappresentano una Chiesa che vuole alzarsi. No alle culture di scarto, si alle culture di incontro>>.