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“Siamo tutti Saviano, siamo tutti bersagli”

La piazza è tutta fucsia. Ovunque ci sono giovani che indossano qualcosa di fucsia: nastrini, sciarpe, cappelli. L’occasione è data dal sit-in organizzato dalla "associazione studenti napoletani contro la camorra" per offrire solidarietà a Roberto Saviano. In piazza San Giovanni Maggiore Pignatelli (di fronte all’Università Orientale) ad accoglierci troviamo Andrea Pellegrino, da 6 anni presidente dell’associazione studenti napoletani contro la camorra, studente di scienze politiche presso la Federico II e dipendente dell’AMESCI, associazione di promozione sociale.  

Andrea, perchè questa manifestazione?

Siamo tutti Saviano, siamo tutti bersagli” è un sit-in che abbiamo lanciato noi studenti contro la camorra, insieme alla rete N.A.C.O. (nuova anticamorra organizzata), per dimostrare il nostro appoggio, sostegno e solidarietà a Roberto Saviano, ma anche a tutti coloro che ogni giorno mettono a rischio la loro vita e la loro integrità fisica nella scelta dello stato all’antistato. Tutti coloro che decidono di uscire a Forcella con il casco pur sapendo che da lì a breve incontreranno un sit-in o un blocco della camorra o piuttosto a coloro che scelgono di non pagare il parcheggiatore abusivo. Tutte queste persone scelgono lo stato e hanno diritto ad uno stato che li tuteli ed è per questo che siamo qui in piazza oggi.

Perché il colore fucsia? 

Abbiamo deciso di indossare un accessorio, una sciarpa o un nastrino fucsia per ricordare Gomorra e ricordare che siamo tutti bersagli in questa città.

Raccontaci un po’ dell’associazione 

Studenti contro la camorra nasce intorno alla metà degli anni ’80 come movimento spontaneo dei giovani che hanno deciso di mettersi insieme per un unico obiettivo, quello di dimostrare che una città migliore è possibile, che una gioventù e un futuro liberi dalla camorra sono possibili anche a Napoli. Da allora tante le iniziative che abbiamo messo in campo come associazione. Da qui a breve verrà presentata l’ultima edizione del questionario anticamorra, un’indagine che lanciamo ogni anno in tutte le scuole e università, prima di Napoli e da qualche anno anche d’Italia, per capire quale è la percezione che i giovani hanno della camorra e quale è la percezione che si ha sul territorio dello stato e dello sforzo che lo stato fa per contrastare la camorra e la criminalità organizzata. Per questo abbiamo deciso di presentare i dati a novembre a Napoli, alla presenza di molti ragazzi che in questo periodo ci stanno aiutando per la rinascita del territorio, perché sono appunto i giovani la vera rinascita di questa città, in quanto loro non sono il futuro della città ma sono il presente. Proprio perché siamo il presente di questa città abbiamo deciso di lottare contro la camorra ed ogni forma di criminalità organizzata.

Quali sono i rapporti con le scuole? 

Facciamo delle conferenze perché bisogna sensibilizzare i giovani. Per troppo tempo nelle scuole e nelle università non si è parlato di camorra o si è sentita come parolaccia che non si dovesse dire troppo ad alta voce ed ora è il momento di gridarla a voce alta, perché solamente conoscendo il nemico che si ha di fronte si riesce a combatterlo meglio, ed è per questo che lavoriamo nelle scuole anche con i piccolissimi delle elementari, perché crediamo che dove c’è sensibilizzazione può esserci il rilancio vero di una coscienza pubblica e di una coscienza sicuramente più sensibile ai temi della legalità. In una città come Napoli la legalità è perno fondamentale per uno sviluppo reale del territorio ed è per questo che lavoriamo con i ragazzi affinché loro credano in uno sviluppo e in un futuro possibile in questa città e non lontano da Napoli. Vediamo nei loro occhi la voglia di fare e il peccato più grande sarebbe quello di lasciarla lì nelle classi e li invitiamo a partecipare sul nostro sito www.studenticontrolacamorra.org [1] e li invitiamo alle nostre manifestazioni a cui partecipano anche forze dell’ordine e istituzioni, perché solo uniti si può sconfiggere la camorra. 

E con le istituzioni?

Rapporti tecnici, rapporti che vanno al di là del colore politico e delle idee personali di ognuno di noi, perché crediamo che sia obbligo delle istituzioni quello di darci una mano in questa battaglia e crediamo che le istituzioni non possano tirarsi indietro, perchè sono le prime a doversi mettere in campo contro questa piaga che vive ormai da secoli (ricordiamo che la camorra è un processo storico che va avanti da secoli). Noi lavoriamo con le istituzioni per portare i giovani nelle istituzioni. Perché fin quando rimane un palazzo vuoto e chiuso in sé stesso, quel palazzo non servirà a nulla. Quando i ragazzi capiranno il senso vero di quel palazzo, cioè perché pagare le tasse e perché vivere in una comunità organizzata, solo così si riuscirà a chiedere ai giovani di stare dalla parte dello stato.

Sul vostro sito è scritto che nel 2007 c’è stata la firma del protocollo d’intesa con la Questura. Ce ne parli? 

Con il vecchio Questore Fioriolli abbiamo siglato un protocollo d’intesa. Uno dei tanti che noi firmiamo con le istituzioni, perché crediamo sia importante dare anche un messaggio chiaro ai giovani perché chi sta con noi sta dalla parte di Annalisa Durante, Peppino Impastato, Gigi e Paolo e dei tanti ragazzi uccisi dalla camorra. Chi sta contro di noi sta dalla parte dei sanguinari, dalla parte delle persone che calpestano la nostra terra e il nostro futuro. Non lamentiamoci che le cose non vanno bene: incominciamo a fare qualcosa affinchè le cose cambino. Il cambiamento cammina sulle nostre gambe.

Quest’anno c’è stato anche l’aiuto dei ragazzi del servizio civile? 

 

Abbiamo pensato di iniziare a collaborare con i ragazzi che dedicano parte della loro vita ad un’esperienza di solidarietà e volontariato. Abbiamo partecipato insieme ad altre organizzazioni e insieme ad AMESCI al bando speciale per Napoli, un bando che noi abbiamo affrontato con molto piacere perché è stata la cosa che più ha coinvolto i giovani in questo periodo, giovani che hanno dato parte della loro giornata ad un impegno di legalità, solidarietà e sviluppo del territorio.