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Sospette vicende al Maschio Angioino

<<Era in quel castello una fossa sottoposta al livello del mare, oscura, umida, nella quale si solevano cacciare i prigionieri che si voleva più rigidamente castigare: quando ad un tratto si cominciò a notare con istupore che , di là, i prigionieri sparivano […].>>. E’ sulle parole tratte da uno dei racconti di Benedetto Croce che continua il percorso tra le strade e i luoghi misteriosi della nostra Napoli. Questa storia ci porta al Maschio Angioino o Castel Nuovo, imponente maniero che domina il porto e la piazza del Municipio, realizzato tra il 1279 e il 1282 dall’architetto francese Pierre d’Angincourt. Quella degli Angiò fu una delle famiglie più prestigiose in tutta Europa e durante il regno di Roberto d’Angiò, il castello diventò un centro di cultura dove soggiornarono grandi artisti e letterati tra i quali Giotto, Boccaccio e Petrarca. Il castello narra una vicenda che ha lasciato il segno nella storia della città; basta scendere di qualche metro sotto il livello del mare per scoprire di cosa stiamo parlando. Benedetto Croce racconta di improvvise sparizioni che avvenivano al castello, attribuite ad una strana creatura simile ad un coccodrillo, che dal mare si introduceva nell’edificio rendendosi protagonista di gesta spaventose: la belva venne vista più volte trattenere tra le fauci alcuni uomini e portarli via verso il mare per divorarli. Si pensava che l’animale venisse dall’Egitto e, quando fu scoperta la causa di quelle scomparse, il coccodrillo fu rinchiuso in oscuri meandri del castello diventando strumento di tortura a servizio di alcuni potenti di corte.  Ma le segrete del castello serbano molte altre storie cruente: proprio qui furono uccisi alcuni dei partecipanti alla Congiura dei Baroni i cui cadaveri sono stati ritrovati e sistemati in casse scoperte e tutt’ora visibili. Inoltre si racconta che nel fossato fu imprigionato anche il famoso filosofo Tommaso Campanella, il quale non fu preda delle brame del coccodrillo, ma non riuscì a sottrarsi ad altri tipi di torture che si consumavano dietro le mura del maniero.