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Testamento biologico e fine vita, un convegno ecumenico al Maschio Angioino

biotestamento [1]

Prenderà il via alle ore 9.00 del 15 marzo 2018, presso l’antisala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli, uno dei più importanti appuntamenti cittadini dedicati alla bioetica, dal titolo Testamento biologico e tematiche di fine vita: aspetti etici, psicologici e spirituali. Il convegno, organizzato dal locale Segretariato per le Attività Ecumeniche (S.A.E) e patrocinato dal Comune, dalla Curia Arcivescovile di Napoli e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Campania, si propone di offrire al pubblico dei partecipanti una visione sull’argomento più completa che coinvolga diverse prospettive su cui confrontarsi. Ingresso  libero e gratuito, fino ad esaurimento di posti, in un invito aperto a tutti: opinione pubblica, comunità sanitaria e volontariato, con la possibilità di conoscere da vicino il mondo delle cure palliative.

Il convegno – L’evento si propone di affrontare il tema delle cosiddette disposizioni anticipate di trattamento (DAT) da differenti punti di vista  e di promuovere la discussione sul difficile tema del fine vita a pochi mesi dall’approvazione della legge 219/2017. Moderato da Marco Perillo, giornalista del Mattino, e dalla giurista Alessandra Trotta il convegno vedrà avvicendarsi al tavolo dei relatori: Nicodim Burcea, Protosinghel del monastero ortodosso rumeno di Mirabella Eclano, la dottoressa Raffaella Gagliano, psicologa, il dottor Paolo Ferrara, cardiochirurgo di fama e membro della Comunità Ebraica di Napoli,il pastore Sergio Manna, docente di pastorale clinica presso la facoltà valdese di teologia di Roma, don Roberto Massaro, docente di teologia morale e di bioetica presso la facoltà teologica pugliese, la  professoressa Luigia Melillo, professore straordinario di statistica medica e bioetica interculturale, la dottoressa Silvia Palmieri, psicologa, il professore Piero Stefani, presidente nazionale del S.A.E., la dottoressa IlhamAllah Chiara Ferrero, segretaria generale Comunità Religiosa Islamica (Co.Re.Is.) e presidente dell’Accademia di studi interreligiosi ISA.

Il programma del convegno – Dopo i saluti e l’introduzione ai lavori del professore Piero Stefani, il programma prevede una prima sessione con i seguenti interventi: Bisogni della persona alla fine  della vita: un approccio medico ed ebraico?, con il dottor Paolo Ferrara; Un’esperienza di confine: la riappropriazione dell’evento ‘morte’ in un sistema di relazioni che muta, con le psicologhe Silvia Palmieri e Raffaella Gagliano; L’uomo non può morire,  con il reverendissimo padre Nicodim Burcea. La seconda sessione propone invece i seguenti interventi: Il primato della coscienza e della dignità della persona
nella sofferenza del fine vita,con la professoressa Luigia Melillo; Il morire con dignità nella prospettiva cattolica, con don Roberto Massaro; Vita Spirituale e vita biologica: una visione Islamica per il fine vita, con la dottoressa Allah Chiara Ferrero; Fine vita e testamento biologico: una prospettiva evangelica, con il pastore Sergio Manna. Dibattito e conclusioni.

Perché è importante partecipare al convegno nel castello napoletano – Bisogna sapere e capire, e quindi promuovere l’assistenza ai malati terminali, offrire un buon trattamento del dolore, un adeguato supporto psicologico e spirituale, e soprattutto permettere che il malato viva, fino alla morte, una dignitosa esistenza. Sì al dialogo tra il medico e il paziente, in un reale accompagnamento verso la fine della vita, in cui i medici hanno la responsabilità di informare, e allo stesso tempo il paziente, accompagnato nella consapevolezza della malattia, diviene più libero e più informato. Ma sì anche ad una sinergia tra le realtà ecclesiali, con una presenza del volontariato sempre più consistente. La sofferenza, la malattia, la maturità e la vecchiaia manifestano la naturale dipendenza tra le persone: c’è bisogno gli uni degli altri per maturare e crescere, per essere curati e per invecchiare. Una vulnerabilità che stimola la solidarietà globale ed aiuta la società a diventare più umana.