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Un capodanno col botto

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Ogni anno i fuochisti napoletani creano una bomba portentosa e le danno un nome desunto dagli avvenimenti mondiali più recenti. La loro fantasia non ha limiti. Il fuoco d’artificio per eccellenza di quest’anno ha un nome che arriva dritto dritto dall’Europa: o Spread. La bomba è stata dedicata all’indicatore finanziario, sintomo della crisi. Si tratterebbe di un candelotto di forma cilindrica acquistabile alla poco modica cifra di 50 euro.

Tutti ricorderanno il celeberrimo Pallone di Maradona, il più amato di tutti i tempi. Nel 2006, in omaggio ai mondiali di calcio, arriòvò perfino la Capata di Zidane. Nel 2007 fu la volta del Pallone di Bin Laden, poi della Bomba di Cavani, omaggio al bomber idolo dei napoletani. Neanche il Papa è stato risparmiato: a lui fu dedicata la Bomba Ratzinger.

Insomma c’è ne per tutti i gusti. E pensare che i fuochi d’artificio sono stati inventati nell’VIII secolo in Cina per allietare serate di ogni genere. Da oggetti per il diletto sono diventati bombe pericolose che provocano molte vittime ogni capodanno. Napoli e provincia sono i luoghi simbolo di questa produzione e del relativo commercio, alimentato soprattutto attraverso il mercato nero. Quest’anno, a causa della crisi economica, forse le famiglie decideranno di imitare il governo Monti e dunque di tagliare le spese inutili, rinunciando alle amate botte. O forse, per esorcizzare maggiormente la crisi che le ha messe in ginocchio, spareranno ancora di più, affidando alle bombe la voce del loro malcontento.