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Viaggio nell’Alto Casertano: Alvignano

Abitata sin dall’epoca preistorica, l’antichissima Albinianum, città dei Sanniti Caudini fu presa e distrutta da Quinto Fabio Massimo durante la II Guerra Punica (219 a.C. – 202 a.C.).

Successivamente la cittadella sarebbe diventata Cubulteria, importante nodo viario e commerciale fra l’entroterra di Alife e l’agro Capuano, abbellita con edifici pubblici e monumenti e circondata da una cinta muraria fatta costruire dall’imperatore Adriano nel 119 d.C.

Oggi la verde Alvignano è teatro naturale di riserve boschive rigogliose ed endemismi botanici e vegetali: nell’incanto di Selvapiana troviamo querceti ed alberi tipici di ambienti umidi quali olmi, pioppi e salici. Quanto ai germogli di questa oasi paesaggistica troviamo il biancospino, la rosa canina, ingrediente base per un’ottima marmellata dal potere lassativo e rinfrescante, l’orchidea selvatica e la cosiddetta ginestra dei carbonai, dai fiori gialli e dallo stelo nero. E poi ancora, v’è il ligustro dal fogliame sempre verde e dai profumatissimi fiorellini bianchi, la viola, da cui si ricava un colorante usato per inchiostri, il prugnolo e il pero selvatico, il sorbo, simile al pero, dai frutti di colore rossastro, la fragola di bosco ed il caratteristico pungitopo dalle bacche rosse sferiche.