Anna Karenina
Di Joe Wringht con Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor Johnson, Kelly MacDonald, Matthew MacFadyen
Un capolavoro del realismo in un’ambiziosa riproduzione cinematografica del più moderno dei registi, Joe Wringht. Tecniche d’avanguardia che hanno permesso ad ogni scena di riprodurre perfettamente lo stile ottocentesco in cui fu scritto lo splendido romanzo di Lev Tolstoj. Ogni movimento, suono, musica e parole rievocano quel tempo, quel colore, quella storia. Il regista tenta, con discutibile successo, una reinvenzione teatrale, scene girate nella gelida Russia che si alternano di continuo ad un ricercato pièce teatrale. Difficile e a mio avviso ben riuscito. Ancora più complicato è l’evidente affanno ad approcciare alla tragicità del romanzo che, nel film, rischia invece di essere poco rilevante e di cadere in un eccesso del romantico decisamente meno ridondante nella storia originale. Carica erotica poco impressa, eppur la tenta e non la ostenta. È il tempo di tutti i tempi, quello dell’amore, della passione, la gelosia, l’incomprensione, la delusione e il perdono. Ma quello di Anna Karenina del 1877 era il tempo in cui doveva fare i conti con le regole che gestivano le scomode, dell’epoca, sensazioni. Difficile la vita per chi affronta l’intero contorno di disprezzo e alcuna considerazione per le disapprovate scelte, difficile, cosi tanto che per Anna, diventò impossibile proseguire oltre. Benché La rivisitazione di un romanzo classico ottocentesco è ardua impresa di ogni suo postumo tempo e, nonostante la giovane esperienza artistica dell’amante protagonista, Aaron Taylor Johnson, non badando alla prevedibile inefficacia espressiva ma non deludente di Keira Knightley, consolandoci con l’indiscutibile dote recitative di Jude Law , il film non può sicuramente dirsi un fiasco. Non sarà certo in grado di sostenere il più vasto del pubblico, ma è una storia reinterpretata con un’ambiziosa carica emotiva, che potrà coinvolgerti nel più singolare dei modi