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Contro Rothbard, elogio dell’ermeneutica

Contro Rothbard. Elogio dell’ermeneutica

di Dario Antiseri

Rubbettino, 2011

88 pagine

prezzo di copertina euro 9,00

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«La ricerca nell’ambito delle discipline umanistiche va avanti utilizzando lo stesso metodo delle scienze naturali o è necessario un altro metodo, una procedura differente da quella del fisico o del biologo e in grado di portare luce su “oggetti” non catturabili con la rete metodologica del naturalista?». E’ con questo antico quesito che Dario Antiseri apre il suo libro, Contro Rothbard – elogio dell’ermeneutica, pubblicato da Rubbettino. A destare tale interrogativosulle discipline umanistiche, o scienze storico – sociali, è la certezza che il procedimento trial and error, cioè il metodo delle congetture e delle confutazioni, sia applicabile alle teorie scientifiche. «Ma che ne è delle discipline umanistiche?». Una teoria, spiega Antiseri, per poter essere vera deve essere anche falsa ed è proprio la falsificabilità di questa il criterio tramite il quale è possibile distinguere teorie scientifiche da teorie non scientifiche. La domanda iniziale ci riporta alla storia del Methodenstreit, o disputa sul metodo, che ha visto impegnati, nell’Ottocento, pensatori come W.Dilthey, M.Weber, C.Menger, e poi, nel Novecento, B.Croce, G.Salvemini, J.Schumpeter, F.A. von Hayek, H. –G. Gadamer e K.R. Popper. Il problema centrale della disputa sul metodo è stato quello di stabilire se realtà create dalla mente umana impongano al ricercatore una procedura di indagine diversa da quella adoperata nella soluzione di problemi relativi ad oggetti naturali, quali cellule, rocce, animali, galassie, non creati dall’uomo. La disputa è ancora in corso e quanti hanno sostenuto l’impossibilità di applicare il metodo delle scienze naturali a quelle dello spirito lo hanno fatto affermando che oggetti diversi imporrebbero differenti metodi di indagine. Antiseri individua quattro filoni di ricerca che nel Novecento hanno portato alla dissoluzione della differenza tra la ricerca nelle scienze umane e la ricerca nelle scienze naturali, approdando alla proposta di una teoria unificata del metodo. Tali filoni di ricerca risultano costituiti: dalla riflessione metodologica di grandi filologi, dalle regole del metodo, dalla proposta del circolo ermeneutico di Gadamer e dalla letteratura che ne è scaturita, dalle discussioni pro e contro la proposta epistemologica. Quanto emerge da un’analisi comparativa di questi filoni di ricerca è che non esiste differenza alcuna tra il metodo in uso nelle scienze naturali e quello utilizzato nelle scienze sociali. Fu lo stesso Popper ad affermare che l’interpretazione dei testi, l’ermeneutica, lavori con metodi schiettamente scientifici, facendo proprio il metodo delle congetture e delle confutazioni applicato nelle scienze naturali e nelle discipline umanistiche. E Gadamer è d’accordo con lui. Quest’ultimo afferma, infatti, che il metodo della ricerca scientifica è unico, mentre, molteplici sono le tecniche di prova, cioè le metodiche.
Nel corso di una ricerca sui difensori contemporanei del diritto naturale, Antiseri si imbatte in uno scritto di Murray N. Rothbard, The Hermeneutical Invasion of Philosophy and Economics. Rothbard è uno dei più noti pensatori americani, difensore delle libertà individuali, storico dell’economia e politologo. In questo saggio critica quegli economisti che hanno visto nell’economia una scienza ermeneutica. Antiseri sostiene che Rothbard contesti la teoria ermeneutica come tale. Quest’ultimo infatti afferma che « il messaggio essenziale dell’ermeneutica può venir sintetizzato come nichilismo, relativismo e solipsismo». Rothbard nega l’esistenza di un metodo per scoprire la verità oggettiva poiché ogni persona è prigioniera delle proprie interpretazioni soggettive. Tale convinzione porta il pensatore americano a ritenere che sia stata proprio quella degli ermeneutici la via percorsa per salvare il marxismo.
Da qui parte la replica di Dario Antiseri che reputa errata la visione della teoria dell’interpretazione offerta da Rothbard. Tanti i riferimenti alle teorie di altri pensatori tra i quali Vattimo, Grondin, Salvemini.
Il libro ci offre numerosi spunti di riflessione nonché un prezioso insegnamento celato all’interno dell’indagine scientifica, in riferimento anche al pensiero di Popper secondo il quale il metodo scientifico si risolve in tre parole: problemi, teorie e critiche, cioè tentavi di falsificazione. Il tutto si svolge nella consapevolezza che nella ricerca scientifica, così come nella vita, la prova si ha dove si rischia di fallire e che non è razionale l’uomo che pretende di aver ragione bensì colui che vuole imparare dai propri errori e da quelli altrui.

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