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De Magistris clown per un giorno

Ridi che ti spassa. Ride bene chi ride primo. Risus abundat in piatto mangiorum. Poveri vecchi proverbi. Deturpati dalla buffoneria. Un po’ come i vecchi luoghi della politica, abitati da un modus operandi in giacca, cravatta e doppio petto (di pollo). Non capita tutti i giorni di assistere, in un tipico salotto del potere quale Palazzo San Giacomo, all’invasione pacifica di nasi rossi, occhi e volti dipinti, parrucche e stracci colorati in un crescendo di contagiosa clownerie. Ebbene, tutto questo e molto di più si è visto lunedì 7 novembre al Comune di Napoli, quando il primo cittadino, Luigi De Magistris, è stato insignito del titolo onorifico di clown di corsia dai ragazzi de La tua Voce Onlus. Quest’associazione si occupa da anni di portare il mistero buffo della risata tra gli ammalati delle corsie di strutture residenziali (come il centro Laila di Castel Volturno) ed ospedaliere quali il Santobono di Napoli e l’ospedale civile di Marcianise (Caserta). È il mistero di indurre a schiantarsi dal ridere, come direbbe il piccolo Giosuè de La vita è bella, anche chi fisicamente sta soffrendo. <<Perché è dimostrato scientificamente che la risata migliora le condizioni del paziente>>, come ci ricorda Caterina Liguoro, giovane ed energica volontaria dell’associazione, e anche perché: <<le emozioni di chi regala e riceve un sorriso da un ammalato non si possono spiegare o raccontare, ma solo vivere>> dichiara Peppe Pisacane, clown- membro del direttivo della onlus, presieduta da suo fratello Roberto.

Ma quali emozioni avrà vissuto il sindaco di Napoli, nel momento in cui, con tanto di naso finto e camice colorato, ha ricevuto il solenne attestato di clown-terapeuta dalle mani della volontaria Imma Pastena? <<Un sorriso fa sempre bene, specie di questi tempi>> ha commentato divertito il sindaco, tra strette di mano e foto-ricordo di una mattinata da pagliaccio. Da segnalare l’intervento del clown-telegiornalista, che ha fatto letteralmente cascare il De Magistris in un simpatico tranello linguistico. Stretto in un abbraccio finale al sindaco ha inscenato un’edizione speciale del tg regionale, esordendo <<Trasmettiamo dal Qui- rinale>>. <<Speriamo sia di buon auspicio>> è stato il commento entusiastico del sindaco.

 Peccato che evidentemente il buontempone si riferisse a un concetto di spazio-luogo a metà tra il qui ed un orinale. Oggi come oggi, (eccezion fatta per chi si presta a fare il pagliaccio solo per un giorno), tra politica e clownerie sovente il passo è breve. Pertanto… non ci resta che ridere.

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