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Gli atenei campani si alleano, per un’università più umana

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L’INCONTRO – Una vera e propria alleanza per affrontare le «nuove sfide» e per offrire alle nuove generazioni una università che sia «comunità di studio, di ricerca e di vita». Stamane, presso il salone arcivescovile della Curia di Napoli, i 7 rettori delle Università della Campania, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e gran cancelliere della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, il preside della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale don Gaetano Castello, con il decano della sezione san Tommaso don Francesco Asti e don Emilio Salvatore in rappresentanza della sezione san Luigi hanno sottoscritto un accordo per «umanizzare» l’università. Si tratta del Manifesto per l’Università, documento che la conferenza dei rettori italiani e la Conferenza episcopale italiana hanno firmato il 15 maggio scorso, a Roma, alla presenza di Gaetano Manfredi, rettore della Federico II e presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, e del segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo.

IL PATTO – Federico II, Parthenope, Suor Orsola Benincasa, Seconda Università degli Studi di Napoli, Orientale, Università degli Studi di Salerno, Università del Sannio e Pontificia Facoltà Teologica hanno dunque deciso di sottoscrivere un manifesto che, «esprimendo concordanza di vedute», predispone la «costruzione di reti, al fine di promuovere la cittadinanza globale e lo sviluppo sostenibile».

«Un segnale di alleanza importante – ha commentato il cardinale Sepe – in un momento come questo, in cui si sceglie di porre la persona al centro, e di promuovere un umanesimo solidale ma non confessionale».

Dalla Facoltà Teologica, sezione san Tommaso, subito una proposta concreta per il futuro: partire dalla Laudato sì di Papa Francesco per individuare un percorso di specializzazione, dopo il quinquennio ordinario, che punti ai temi ambientali ed ecologici.

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IL MANIFESTO – Il Manifesto è articolato in 9 punti, che delineano l’idea di università che serve al Paese: una istituzione chiamata a garantire «il diritto all’educazione e alla cultura per rispondere alle vocazioni e alle attitudini di ciascuno», in una realtà che deve «essere una comunità di studio, di ricerca e di vita, dove la persona sia al centro dei percorsi formativi». La persona, dunque, viene collocata al centro della vita universitaria, perché si vuole finalmente «promuovere un umanesimo solidale», coniugato con «una cultura del dialogo e della libertà».

 

 

 

Fonte: Rosanna Borzillo, Nuova Stagione.