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Hugo Cabret

Il cinema mette in scena se stesso. L’ultimo film di Martin Scorsese, tratto da un romanzo di Brian Selznick,  è una riflessione intensa sulla settima arte. L’orfanello francese Hugo Cabret (Asa Butterfield)  cerca disperatamente di decifrare una misteriosa immagine disegnata da un altrettanto enigmatico automa scrivano, scovato dal padre (Jude Law) in un antico museo. Con l’aiuto della scaltra e sognante Isabél , comincia un’affannosa ed entusiasmante ricerca che condurrà i due fanciulli sulle tracce delle origini del cinema, dalla rivoluzionaria invenzione dei fratelli Lumière fino ai poderosi e assai complicati allestimenti dei primi set cinematografici. L’intreccio poco originale dell’orfano sfortunato, che riesce alla fine a riscattare se stesso e la propria vita, trova vigore e fluisce piacevolmente grazie alla rievocazione fascinosa degli albori dell’invenzione cinematografica, fino a giungere all’attesa rivelazione del regista, resa attraverso le parole di un superbo Ben Kinglsey che veste i panni del famoso cineasta Méliès a cui Scorsese rende omaggio: <<se ti sei mai chiesto dove nascono i sogni, allora guardati attorno>>. La colonna sonora del film è del canadese Howard Shore, già noto per le meravigliose musiche della trilogia Il signore degli anelli. Da segnalare il brano Coeur volant interpretato dall’usignolo francese Zaz.

 

 

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