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I Formaggi dell’Alto Casertano

Da soli, in dolce compagnia di miele e confetture, o abbinati a noci e pere, come vuole la tradizione contadina, i formaggi da sempre arricchiscono le tavole campane. Ecco una gustosa rassegna di varietà di formaggio tipiche della provincia a Nord di Caserta.

 

Pecorino Stagionato di Mignano Montelungo

In una terra in cui il ciclo produttivo è ancora ecocompatibile, l’artigianato è ancora al servizio del gusto, e quest’ultimo dà vita ad una ghiottoneria tricolore: il formaggio di pecora dal sapore intenso e dall’aroma leggermente piccante. Columella, autore latino di scienze agresti, nel suo De Re Rustica, avverte di collocarlo “in ambiente fresco e oscuro, perché non possa guastarsi, su tavole più pulite possibile, e cosparse di sale tritato affinché trasudi il proprio umore acido”.

 

Pecorino Scamosciato di Mignano Montelungo

La minore stagionatura (dai 15 ai 60 giorni, rispetto al minimo standard di 8 mesi che contraddistinguono il cugino più stagionato) ne denota una consistenza più morbida e pastosa. Dal colore giallo paglierino e dall’aroma delicatamente armonizzato al finocchietto selvatico dei pascoli mignanesi.

 

Caciorvino

Il gourmet del formaggio consiglia di assaggiare questa leccornia nelle fasce orarie 10-12 o 17-19 o comunque lontano dai pasti, affinché lo stomaco si più recettivo. Altresì detto “Cacio di(vino)” in quanto viene stagionato assieme alle vinacce, e, soprattutto perché è una sorpresa di sentori agrodolci degni di palati sovrannaturali.

 

Pecorino stagionato di San Pietro Infine

Robusto ed energetico, ma anche facilmente digeribile, era talmente amato dagli antichi romani, che i legionari avevano diritto ad una razione fissa di 27 gr da grattugiare nella consueta zuppa di pane e farro. La capacità di lunga conservazione ne garantiva il trasporto in viaggi epici come alimento energetico pro- battaglie.

 

Pecorino scamosciato di San Pietro Infine

Ermi colli e sapori caseari…per un gusto che sa di lecci, querceti, aceri, laddove gli animali respirano natura e le erbe spontanee si fanno manna per una catena alimentare che offre in tavola un pecorino fresco e tenero. Da abbinare con pane croccante di forno e vino rosso.

 

Pecorino Semistagionato

Le leggende popolari narrano di un pastore intraprendente che, mal pagato dal suo fattore, decise di sottrargli ogni giorno una pezza di formaggio. Dal momento che avrebbe dovuto custodire il pecorino fino alla vendita, soleva nasconderlo in botti vuote. Ma come sfuggire ai controlli del padrone? Idea: aggiungendo nelle botti un po’ di cenere e delle noci. Le botti incriminate sarebbero poi state aperte l’11 Novembre nel dì di San Martino.

 

Caprino semistagionato

Uno dei pochi formaggi in grado di contemperare gusto e leggerezza, fatto di puro latte di capra: buono per chi è intollerante al latte vaccino, e perché ha un alto contenuto di acidi grassi a catena corta, coadiuvanti della mucosa intestinale, nonché di amminoacidi, quali la taurina: insomma, altro che energy drink!

 

Giocondo

Pare si chiami così poiché al banchetto nuziale di Isabella D’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro, Duca di Milano, uno dei commensali, tal Da Vinci Leonardo, ebbe modo di gustare una prelibatezza casearia pari all’enigmatica bellezza della sposa Isabella: quest’ultima, secondo alcuni, sarebbe stata immortalata poi nel dipinto più famoso di tutti i tempi.

 

Ricottine di pecora

Freschissime, versatili e sfiziose, sono una gioia per palati semplici e sofisticati: vellutate negli impasti dolci e rustici; dietetiche in quanto povere di grassi saturi, benché ricche di proteine: il siero del latte di pecora contiene infatti un valore biologico proteinico superiore al 90%, più del formaggio e della carne!

 

 

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