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Il Matrimonio come segno dell’amore di Cristo per la Chiesa

Da sx verso dx: Elisabetta Kalampouka, Michele Giustiniano, Alessandra Trotta, Salvatore Esposito

Da sx verso dx: Elisabetta Kalampouka, Michele Giustiniano, Alessandra Trotta, Salvatore Esposito

È stato un piacevole ritrovarsi tra amici e fratelli, quello di lunedì 18 marzo 2019, presso la sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in Napoli, per il quarto appuntamento de I lunedì di Capodimonte per l’unità dei cristiani. Il mistero di Gesù Cristo nella vita delle Chiese, ciclo d’incontri di formazione ecumenica promosso dal Consiglio Regionale delle Chiese Cristiane della Campania con il supporto della stessa Facoltà Teologica, la collaborazione del Centro Studi Francescani per il dialogo interreligioso e le culture e il patrocinio della Conferenza Episcopale Campana.

Quarto incontro ecumenico - Dopo i primi tre incontri, dedicati ai temi del battesimo, dell’eucarestia e del ministero ordinato, l’incontro di marzo ha preso spunto da un passo della Lettera di Paolo agli Efesini («Questo mistero è grande» – Ef 5,32), per un confronto a tre voci (una cattolica, una ortodossa e una protestante) sul tema Il Matrimonio come segno dell’amore di Cristo per la Chiesa: una lettura interconfessionale, che ha visto impegnati monsignor Salvatore Esposito, liturgista e docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la dottoressa Elisabetta Kalampouka Fimiani, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e la diacona Alessandra Trotta, della Chiese metodiste di Napoli, Ponticelli e Portici, moderati dal professor Michele Giustiniano, teologo specializzato in ecumenismo e giornalista culturale. Fluido ed interessante incontro, che ha visto come unico denominatore il segno della reciprocità e della comunione di vita piena e definitiva: il matrimonio è icona dell’amore di Dio per noi. L’argomento di discussione è stato analizzato sia nelle diverse confessioni sia nella realtà del matrimonio misto, ossia quello tra cristiani di differenti denominazioni ecclesiali. In una società che, a causa di un sempre più frequente fenomeno migratorio e, a fronte di un crescente processo di mondializzazione, diventa sempre più pluriconfessionale e multietnica, si è discusso su quanto ci troviamo a vivere, ed il matrimonio, per un pomeriggio, e si spera non solo, è divenuto non più un ostacolo, ma un vero e proprio laboratorio ecumenico.

Il matrimonio ortodosso – Per la chiesa ortodossa è un’occasione unica, tanto che, nel caso in cui un fedele si risposi, il rito celebrato sarà totalmente diverso rispetto a quello del primo matrimonio: si tratterà di un modo per legittimare a livello religioso questa nuova unione, ma avrà un valore molto differente rispetto alle prime nozze. Ai testimoni il compito di dover testimoniare che il rito è avvenuto. Si svolge con due celebrazioni principali, il fidanzamento e l’incoronazione; il primo inizia quando i due sposi si presentano davanti al prete, lui in abito formale e lei in un vestito a sua scelta, che sia un abito da sposa semplice o un modello più sfarzoso. Gli sposi tengono in mano dei ceri e vengono benedetti. Successivamente è il prete stesso che infila gli anelli all’anulare degli sposi: le fedi poi vengono scambiate ripetutamente per simboleggiare l’arricchimento che ogni giorno della loro vita lega gli sposi, con un reciproco scambio. Dopo il fidanzamento, gli sposi si sistemano su un tappeto e il prete pronuncia tre preghiere e unisce le mani degli sposi, spesso legandole con un nastro e pone delle corone sul capo degli sposi.  Il matrimonio evangelico – È per tutti un’unione unica e duratura sia dal punto di vista giuridico che personale. La celebrazione del matrimonio presieduta dal pastore evangelico è intrisa di momenti collettivi dove la platea innalza lodi e canti di comunione partecipando attivamente alla benedizione della nuova famiglia che nasce. Dopo la presentazione degli sposi, ha inizio il vero e proprio rito con l’invocazione del celebrante e l’invito alla lettura di alcuni testi tratti dal libro dei Salmi cui segue un momento dedicato al canto sotto forma di inno di lode o di una canzone scelta liberamente dagli sposi. Solitamente il momento del canto che unisce e scalda i cuori, precede la lettura di un passo biblico commentato dal ministro di culto con qualche riferimento alla coppia che si sta unendo in matrimonio. Il momento clou della celebrazione è quello dedicato all’istituzione matrimoniale, dove gli sposi esprimono il consenso ad unirsi in matrimonio scambiandosi gli anelli e le frasi per promessa di matrimonio; a questo punto il ministro impartisce loro la benedizione e si procede con il toccante rito con cui la Bibbia viene offerta dalla comunità alla nuova famiglia. Il rito si conclude con il canto, la preghiera finale, la lettura dell’atto di matrimonio e l’apposizione delle firme. La visione cattolica del matrimonio –  È un contratto valevole anche agli effetti civili. Ma è ancor più un Sacramento, un segno misterioso di Dio, un’azione di Gesù compiuta dalla Chiesa, attraverso cui Gesù vuole continuare a dire agli uomini che Dio ama in modo totale, unico, tenero, fedele. La coppia, che ha scoperto l’amore totale, decide di affidarlo a Dio, che accoglie questo dono, interviene nella vita dell’uomo e della donna, li unisce per sempre e affida loro il compito di essere in mezzo agli uomini segno del suo amore totale, unico, tenero e fedele. La coppia unitasi si impegna a camminare sempre insieme nella vita, senza più perdersi, perché a loro è stato affidato il compito di essere con la loro vita il segno che Dio non smette di amare gli uomini in modo totale, unico e fedele.