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Il Sangue di un Popolo

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Ed è ancora una volta il miracolo di San Gennaro. 19 settembre, giorno dedicato alla solennità liturgica del Santo Patrono, nel Duomo di Napoli, nel corso della celebrazione eucaristica, alle ore 10.38, l’arcivescovo  di Napoli ha annunciato la liquefazione del sangue del Martire, contenuto nella teca che aveva nelle mani e che agitava per dimostrare l’avvenuta liquefazione, precisando che il sangue era già sciolto quando è stata aperta la cassaforte posta nella Cappella del Santo per prendere la teca.

Nella cattedrale presenti  numerosi vescovi, i principi Camilla e Carlo di Borbone, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il presidente della Regione,  Antonio de Luca, il Prefetto,  tutte le autorità cittadine, la Deputazione del Tesoro di San Gennaro, il comitato di San Gennaro, e soprattutto migliaia di fedeli, assiepati dentro e fuori la cattedrale sin dalle prime ore del mattino, in una inattesa giornata di sole.

La città di Napoli, in questa data, si ferma. Tutti accorrono al Duomo e attendono il miracolo del santo Patrono,  elemento di continuità e riconoscimento. E’ il giorno delle attese e dei voti, della fede e della speranza, nella preghiera. Tutti, in quella cattedrale,  di ogni estrazione e ceto sociale, credenti e non, riuniti come una grande famiglia.  Preghiere, suppliche e litanie, questa volta hanno avuto durata breve: in tempi rapidi la liquefazione del sangue, vista dai credenti come buon auspicio per la città e per i suoi abitanti.

Di verità, di speranza  e di impegno, l’omelia pronunciata dal cardinale Crescenzio Sepe. Qui di seguito,  i tratti salienti: <<È con grande gioia e sentita commozione che vi annunzio che anche quest’anno, nel giorno della Festività liturgica del nostro Santo Patrono, il Vescovo martire Gennaro, il Signore ha mostrato la sua benevolenza verso di noi permettendo lo scioglimento del Sangue racchiuso in questa teca. In realtà, quando poco fa ho aperto la cassaforte alla presenza del Sindaco e dei Membri della Deputazione, ho costatato che il sangue era già sciolto, com’è avvenuto in questi ultimi anni….In realtà, il sangue di S. Gennaro è diventato il sangue del nostro popolo; di tutti noi napoletani! Qui a Napoli, arte e fede, cultura e spiritualità si sono incontrate in una formidabile alleanza, disegnando insieme spazi di preghiera  e di comunione. Dalla loro complicità si è accresciuta, nei secoli, quella profonda pietà popolare che caratterizza ancora, in qualche modo, la religiosità del nostro popolo. ….Dalla sinergica alleanza sono nati anche capolavori unici che costituiscono l’orgoglio di tutti noi, cittadini e credenti. … Qui scopriamo che Dio abita nelle nostre strade, nelle case, nelle piazze: il sangue di S. Gennaro ha impregnato finanche le pietre della città….Forte di questa fede in Cristo Signore e seguendo l’esempio di carità del suo amato Protettore, San Gennaro, la Chiesa di Napoli si sente fortemente interpellata a calarsi nella realtà esistenziale della sua gente, che sta vivendo un momento difficile della sua storia…. la  mancanza di lavoro la piaga più grave, causa anche della grave crisi di legalità che attanaglia mortalmente la nostra città, provocando criminalità e favorendo l’organizzazione della malavita, che facilmente arruola ragazzi nelle file del crimine. È, purtroppo, questa la rappresentazione che alcuni fanno della nostra città, che viene umiliata e privata di una verità più autentica di se stessa e delle sue grandi risorse ed eccellenze. Contro questo continuo tentativo  di oltraggio alla nostra Città, oggi celebriamo la festa del nostro Patrono per affermare con forza che i mercanti di morte e i meschini “professionisti” della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza del nostro popolo e dovranno arrendersi dinanzi a quegli uomini di buona volontà – e ce ne sono –  che lavorano ogni giorno per mantenere viva la speranza di un futuro migliore. Di fronte a chi pugnala Napoli alle spalle, c’è chi continua ad amarla senza riserve con onestà, con civismo, col tendere la mano a chi è nel bisogno, col guardare con rispetto, per non sciuparle, le bellezze che ci circondano…. Nella solennità del nostro Patrono, vorrei che si sciogliesse anche il sangue di una promessa: una Chiesa e una città tanto piene di misericordia da far cadere le braccia di chi ancora impugna armi o è pronto a farlo, facendosi schiavo della violenza e dell’odio, tradendo se stesso e la sua città…. Questa è l’opera che la mia Chiesa vorrebbe consegnare alla città e al mondo. È questa la speranza viva di questa festa che, in quest’anno davvero straordinario, sentiamo più nostra che mai. Dio vi benedica, S. Gennaro interceda per noi e ‘a Maronna c’accumpagna>>.