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Intervista esclusiva ad Albert&Albert – parte 2

Dopo aver raccolto opinioni e sensazioni di Albert 1, andiamo ora a scoprire la visione dell’altro autore del libro "Il mondo online questo (s)conosciuto", che chiameremo, di conseguenza, Albert 2.
Come è nata l’idea del libro?
L’idea è nata da Mimosa Martini che ne ha parlato con Alberto e Giancarlo Bruschini. Poiché io lavoro molto con internet e lo conosco abbastanza bene, mi hanno contattato per chiedermi se ero interessato a partecipare a questo lavoro.
Durante quest’indagine ha scoperto qualcosa che non avrebbe mai creduto di poter scoprire? Qualcosa di strano, preoccupante, stupefacente?
Stupefacente è la diversità di approcci che le persone hanno con internet. La rete è nata a scopo lavorativo, ma poi si è evoluta in vari modi. Negli ultimi 10/15 anni ha avuto uno sviluppo esponenziale.
Ho notato comportamenti bizzarri in chi utilizza i social network. Queste persone stanno connesse anche 24 ore su 24 ed hanno una quantità infinita di contatti. Ma la cosa più strana è che questi contatti vengono chiamati “amici”. Quello che mi preoccupa di più è che soprattutto gli adolescenti non riescano più a distinguere un amico da un contatto.
 
In seguito alla realizzazione del libro, è cambiato il suo rapporto con internet?
No. L’uso che ne faccio è sempre lo stesso. Utilizzo messenger per avere contatti con degli amici e dei parenti che vivono in America; utilizzo internet a scopo lavorativo e ho sempre la pagina aperta per fare ricerche. Questo fa parte del mio lavoro.
Però mi sono posto molti problemi. La cosa che mi ha fatto riflettere è che quando si clikka su un link, spesso si aprono tutta una serie di altre pagine…di tutti i tipi: dal sito porno a quello pubblicitario. Quello che mi suscita preoccupazione è l’effetto che ciò può avere su persone più deboli.
Qual è il bilancio che ha tracciato alla fine di tutto questo lavoro?
Io ho avuto un’educazione standard, vecchio stampo. Quando finivo i compiti, scendevo in strada a giocare con gli amici. Oggi, invece, vedo che gli adolescenti, finiti i compiti, restano ore e ore a chattare su facebook, twitter, myspace ecc…
Quindi, manca il contatto umano che c’era una volta.  
 

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