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La Misericordia tra giustizia e speranza

La misericordia tra giustizia e speranza

 di Antonio Colasanto
 
 

Dal 6 al 8 Febbraio 2009 si terrà, nella struttura di accoglienza del Santuario di Collevalenza, un convegno su “La misericordia tra giustizia e speranza” organizzato dal Centro studi “Dives in misericordia”(Cesdim) della Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso in collaborazione con la Diocesi di Città di Castello.

Riflettere sulla Misericordia, come è stato sottolineato da autorevoli interventi nel corso del Wacom – World apostolic congress on mercy - svoltosi a Roma nell’aprile scoro, è una questione urgente e di grande attualità sia sul piano teologico che filosofico.
La Misericordia, infatti, apre ad un orizzonte di senso ampio e carico di implicazioni per l’uomo contemporaneo alla luce delle due encicliche “Deus caritas est” e “Spe salvi” di Benedetto XVI.
Con il convegno di Collevalenza s’intende porre al centro della riflessione quell’atto gratuito e fondante la stessa dimensione del dono e dell’amore.
Amare nel segno della Misericordia significa imparare a lasciarsi attrarre dalla forza dirompente della logica della gratuità che si oppone a quella dell’egoismo.
Le sezioni del convegno misericordia e dono, Giustizia, perdono e riconciliazione,   Misericordia e speranza metteranno a confronto la Misericordia con il dono, la giustizia, il perdono, la riconciliazione e la speranza, per aprire nuove prospettive filosofiche e teologiche.
Al convegno la partecipazione annunciata del Card. Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, dell’arcivescovo di Perugia e presidente della Ceu umbra mons. Chiaretti, dei vescovi di Orvieto-Todi mons. Scanavino e di Città di Castello mons. Cancian, di arcivescovi e vescovi invitati, dei professori H: Gabellieri dell’université catholique de Lyon, Bruni dell’università di Milano-Bicocca, Chocholoski  segretario generale del Wacom, Malaguti dell’università di Bologna, Viola dell’università di Palermo, Barbieri-Masini dell’università Gregoriana, Capecci dell’università di Perugia, Manganaro dell’università Lateranense, Ropelato dell’università San Tommaso d’Aquino, Pieretti dell’università di Perugia, Alici dell’università di Macerata, e di apprezzati studiosi e di giovani ricercatori consentirà l’ approfondimento critico e lo sviluppo delle diverse linee di riflessione per rilanciare, come è stato scritto, la “carta della speranza” per  un mondo diverso.
Ciò appare tanto più necessario nel nostro tempo in cui sono violati i più elementari diritti dell’uomo, irrise le libertà e l’angoscia sembra velare il vivere quotidiano e ogni speranza appare dissolversi.
L’uomo del nostro tempo deve fare l’esperienza dell’incontro personale con Gesù Amore Misericordioso, immagine del Padre, sorgente inesauribile del perdono e della riconciliazione perché solo  in questa relazione personale con Cristo, solo in questo incontro con il Risorto, si apra la ragione alla comprensione della verità e possa rispondere con amore all’ amore di Dio. Gesù è il Vangelo della misericordia e continua a realizzare nell’oggi lo scopo della sua venuta : “non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori”(Lc 5,32).
 

Il ritmo convulso e frustrante della vita umana nella società di oggi non sembra consapevole e libero. Molti, troppi uomini, non sanno individuare e resistere ai condizionamenti e alle false certezze di cui spesso si ammantano ideologie politiche e prospettive morali alienanti.
Tutto ciò è dovuto alla mancanza di fede e, quindi, al rifiuto più o meno cosciente dell’Amore misericordioso che, tuttavia, come ebbe a dire Giovanni Paolo II a Collevalenza: “ … si fa costantemente strada attraverso le barriere dell’indifferenza, dell’egoismo, della noncuranza e dell’odio, attraverso le barriere della concupiscenza della carne, degli occhi, e della superbia della vita (Gv 2,16), attraverso il fomite del peccato che ogni uomo porta in sé, attraverso la storia dei peccati umani..”.

Ma l’Amore misericordioso continua ad essere presente e operante. Ed è questa la ragione della nostra speranza che come discepoli di Gesù desideriamo annunciare.            
            
                                                                                                          Antonio Colasanto
 
 

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