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La porta del Dialogo

La Chiesa di Napoli, che sta vivendo con grande impegno il proprio anno giubilare, ha “varato” in rete un nuovo portale. Stiamo parlando del sito www.ecumenismoedialogo-napoli.org , realizzato dalla segreteria operativa dell’E.D.E.D.I. (Equipe Diocesana Ecumenismo e Dialogo Interreligioso), soprattutto grazie all’impegno del dottor Francesco Varriale, presidente dell’associazione Primate denaum, e linkato nell’homepage del portale ufficiale della Chiesa di Napoli. Il motto che campeggia in alto e che accoglie il visitatore è a dir poco eloquente: «Ut omnes unum sint». <<Le finalità di questo nuovo strumento di comunicazione sono molteplici – ha spiegato Michele Giustiniano, responsabile ufficio stampa E.D.E.D.I., in un suo articolo recentemente pubblicato sul settimanale diocesano Nuova Stagione -: da un lato, funge da canale di informazione per gli addetti ai lavori; dall’altro, rappresenta soprattutto un luogo d’incontro privilegiato per tutti coloro che credono nel dialogo tra le religioni, nel cammino di unità con i fratelli delle Chiese separate e quelli di altre confessioni cristiane e desiderano informarsi su date e luoghi degli incontri ecumenici ed interreligiosi. Non a caso, il sito si articola in sei principali sezioni. La prima presenta il calendario degli appuntamenti per i referenti decanali che compongono l’Equipe; le successive quattro sono rispettivamente dedicate alle attività ecumeniche e a quelle di dialogo con l’ebraismo, con l’islam e con tutte le altre religioni; l’ultima offre una panoramica su documenti e link utili. In altri termini, questo nuovo portale diocesano, sebbene ancora in via di perfezionamento (alcune aree sono tuttora under construction), incarna pienamente lo spirito di quelle espressioni conciliari che richiamano al «dovere di promuovere l’unità e la carità tra gli uomini», chiamati a «vivere insieme il loro comune destino», nella consapevolezza che «la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo» nelle altre religioni, anzi «esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, (…) riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi». In conclusione, l’impegno in favore del dialogo e dell’unità è un impegno d’amore e, proprio in quanto tale, non può essere considerato un optional nella vita dei cristiani. Perché in fondo, come dice l’apostolo, «chi non ama, non conosce Dio» (1Gv 4,8)>>.

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