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La storia del Capitano Giuseppe Garibaldi e dei naviganti-patrioti

Il ruolo della gente di mare e della marineria nel processo unitario nazionale è ancora tutto da riscoprire.

Per iniziare questa riscoperta, la casa editrice Mursia ha pubblicato il diario di bordo di Giuseppe Garibaldi, un testo che documenta la formazione nautica dell’eroe dei due mondi.

“Le doti strategiche e militari di Garibaldi si formano in mare, nell’abitudine a gestire equipaggi compositi e difficili e ad affrontare situazioni di crisi improvvise”, è la tesi di Davide Gnola, che nel saggio non solo ha ricostruito l’origine e le tappe della carriera marinaresca di Garibaldi, ma ha anche riportato alla luce il diario di bordo tenuto dall’eroe dal 1850 al 1854.  In quegli anni Garibaldi viaggia in America Latina e in Estremo Oriente, dapprima come passeggero, a bordo di piroscafi affollati dai cercatori d’oro della California sulla rotta da New York all’Istmo di Panama. Poi attraversa l’Oceano Pacifico, da Callao in Perù sino a Canton in Cina, al comando di un veliero carico di guano, all’andata, e di tè, stoffe e merci varie, al ritorno. Infine, trasporta rame e lana dal Cile a Boston sulla rotta di Capo Horn, per poi giungere a Londra e infine a Genova.

Di questi viaggi resta un diario di bordo scritto di suo pugno, fitto di calcoli e di annotazioni sulla rotta, sui venti o sullo stato del mare, di nomi di porti, isole e scogli ormai lontani dalla geografia e dalla storia odierne. Il manoscritto, rimasto quasi sconosciuto agli studiosi, si rivela un documento di grande interesse per ricostruire un periodo in cui Garibaldi cercò di «riprendere la mano» al mestiere del mare, dopo anni in cui aveva impugnato più la spada che il sestante.

La schiera dei naviganti e patrioti è nutrita:  Nino Bixio, Andrea Rossi, Salvatore Castiglia, Raffaele Rubattino, pioniere della navigazione di linea in Italia, senza dimenticare Augusto Vittorio Vecchi (Jack la Bolina) cadetto nella battaglia di Lissa e poi fondatore dello Yacht club italiano, figlio di Candido Vecchi, amico e compagno di Garibaldi.  Solo per citare i più noti.

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