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Meta. La vela latina, 25 anni di marineria locale.

Va avanti a Meta di Sorrento il dibattito in materia di navigazione, tralasciando per un pomeriggio le vicende del comandante Schettino e del naufragio della Costa Concordia. L’armo a vela latina in penisola sorrentina – 25 anni di storia e di marineria locale il titolo dell’evento promosso dall’associazione Vela a Tarchia, tenutosi il 21 gennaio presso la storica Casina dei Capitani del borgo costiero.
«Nonostante l’assurdo incidente in mare dei giorni scorsi noi non abbiamo voluto rinunciare all’incontro di oggi – ha spiegato il comandante Giancarlo Antonetti in apertura di dibattito – qui a Meta, terra di naviganti e di grande tradizione marittima».
Un pomeriggio di ritrovo di ex marittimi e giovani interessati alla vela. Riferimenti alla storia ed alle nuove tecniche di navigazione in condizioni di mare avverse hanno spezzato un po’ la routine di queste giornate vissute in maniera così turbolenta dalla popolazione locale a causa della tragedia che ha coinvolto il concittadino Francesco Schettino (il comandante della Costa Concordia agli arresti domiciliari nel paese natio).
Approfondendo aspetti noti ai longevi naviganti del luogo e relativi alla vela latina, il relatore Antonetti ha discusso con i suoi colleghi delle differenti tipologie di albero maestro e di stabilità in mare. Il vento, il drappo intero o intermedio e tante altre digressioni tecniche sono state l’oggetto della interessante analisi del comandante.
Dalla superiorità dello schooner alle prime esperienze di Coppa America e di regate internazionali, fino ai modelli attuali di barca a vela e allo studio del modellino in scala, custodito dagli stessi capitani metesi, per render l’idea della stabilità o meno di una barca in caso di mare mosso.
«La governabilità di una imbarcazione si vede solo in mare aperto – come ha appunto sottolineato il comandante Antonetti – e tutto dipende dall’adeguata disposizione dei pesi oltre che dalla tipologia di vela adoperata».

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