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Napoli Milan 2-2: quando il pareggio sa di vittoria

tanque

Napoli, Stadio San Paolo, ore 20:45. Arriva il Milan. Lo stadio è gremito come ad ogni appuntamento con le squadre blasonate. Tra spettatori paganti e fauna che entra senza biglietto ci saranno 65000 persone. Tantissimi sono partiti presto da casa. A due ore dal fischio d’inizio lo stadio è pieno già per metà. L’attesa è lunga, c’è così tanta gente che il bibitaro non riesce ad arrivare ovunque. La gola è secca ma le sigarette vanno via come l’acqua. Finalmente si comincia. Due minuti e siamo già sotto. Eh vabbè, la partita è ancora lunga. Macchè, due minuti ancora ed è due a zero Milan. Una difesa da piangere, in cinque minuti due trappole del fuorigioco fallite e due avvoltoi dell’area di rigore, Inzaghi e Pato, non si lasciano sfuggire l’occasione, sotto i nostri occhi, in curva B. Da allora noia, tanta noia. Il Napoli ci prova ma non punge. Secondo tempo. Maggio divora a tu per tu con Dida una respinta di quest’ultimo. Gargano fa lo stesso in una sorta di mischia in area. Il Milan si limita a difendere. Gli spalti cominciano a svuotarsi. Ci si avvicina tra la delusione alla fine mentre le due file davanti già hanno lasciato lo stadio da una decina di minuti. Ma noi resistiamo. Si aspetta che venga indicata l’entità del recupero quando, all’89′, Cigarini raccoglie al volo un rimpallo e fa partire il tiro della disperazione che si trasforma Eurogoal. Si esulta per la prodezza, ma non troppo, c’è solo il recupero e stiamo ancora perdendo. Ma il Napoli ci crede, noi ci crediamo, aspettiamo il momento che renda quel Napoli-Milan indimenticabile. E quel momento arriva. Dalla Curva B, in alto, decentrati verso destra, si vede Maggio che la butta in mezzo con una torsione inimmaginabile, poi una testa bionda che gira ancor di più, una parabola perfetta, Dida che si gira a sua volta ma solo per guardare, e la rete si gonfia. Panico. Urla, salti, abbracci, “burdell”. C’è chi inciampa, chi si aggrappa e chi sostiene. Siamo lì, il Napoli è vivo, il Tanque è un “mostro” e Mazzarri è l’idolo della città. E un punto in classifica nei cuori vale almeno il triplo.

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