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‘O Mammone

“Fai il bravo, se no ven ‘o Mammone”. A Napoli, fino al secolo scorso, mamme insofferenti a causa dei capricci dei loro bambini, li minacciavano con questa frase e altre simili in cui si intimava ai piccoli di comportarsi bene, altrimenti, il “mammone”, spauracchio che si trovava sul portone secondario di Castel Nuovo, li avrebbe rapiti e portati via. Chi era per il napoletani dell’epoca il mammome?

Una leggenda vuole che quello strano animale imbalsamato fosse un coccodrillo, il quale, nel quindicesimo secolo, si trovava nel fossato del castello per volere del terribile re Ferdinando I. Pare che l’animale abbia divorato i prigionieri catturati durante la congiura dei Baroni. Successivamente, fu ucciso, imbalsamato, appunto, ed esposto al pubblico.

Come tutti i miti e le storie antiche esso persiste ancor oggi, perfino in alcune canzoni.

Il celebre cantante partenopeo Pino Daniele, ad esempio, lo canta così:

 

che è ancora notte.
E strigneme ‘e dete
sempe chiù forte;
si vene o mammone,
chiurimme a porte.
Duorme, nennella mia,
fora sta ‘o malotiempe
duorme, nennella mia,
meglio ca non siente.
E strigneme ‘e dete
sempe chiù forte;
si vene o mammone,
chiurimme a porte.
Ninnananinnanoè
Ninnananinnanoè…


 


 


 

 


 


 

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