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Philip Roth, un invito alla lettura

 

 

   Noi lasciamo una macchia, lasciamo la nostra impronta.

Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme:

non c’è altro mezzo per essere qui.

(La Macchia Umana, P. Roth)

Se Harold Bloom, uno dei più influenti critici letterari d’oltreoceano, ha inserito Philip Roth tra i <<magnifici quattro della letteratura  nord-americana>> assieme a Don Delillo, Thomas Pynchon e Cormac McCarthy, un motivo dovrà pur esserci.

Philip Roth nasce a Newark nel 1933 da famiglia ebrea. E’ importante ricordarlo perché l’ebraismo, con tutta la cultura sottostante, ha influenzato e influenza tuttora la produzione dello scrittore americano. Conoscere e approfondire Roth non è impresa facile. Tanti sono i suoi libri che andrebbero letti e che varrebbe la pena avere in libreria. Satira del circostante, dissacrazione, sessualità e morte sono solo alcuni dei temi che caratterizzano la produzione di Philip Roth, scrittore che ha attraversato i generi letterari senza rimanerne ingabbiato, partendo dalla satira feroce e politicamente scorretta, passando per il romanzo familiare, quello storico e fantapolitico, fino all’introspezione più sincera e alle riflessioni sui temi della morte e della vecchiaia, che caratterizzano i suoi ultimi romanzi. Il tutto facendo sfoggio di un talento cristallino e sempre identificabile.

Avvicinarsi alla scrittura e ai libri di Roth richiede un po’ di tempo e pazienza. Il suo stile colto, l’ironia sottile, l’amarezza e le continue riflessioni, potrebbero allontanare il lettore meno avvezzo. D’altro canto, una volta compiuto con cautela il primo passo, sarà difficile separarsene, perché quello che nascerà sarà un legame duraturo e definitivo. Insomma, se ancora non si è letto nulla dello scrittore di Newark, è opportuno cominciare nel modo giusto, partendo con il suo primo vero capolavoro: Il Lamento di Portnoy, un lungo monologo, sincero e derisorio, in cui un giovane ebreo in carriera esprime tutte le sue frustrazioni, le sue manie e i vizi che ossessivamente lo tormentano. Un romanzo che conserva ancora oggi buona parte della trasgressività che ne caratterizzò la pubblicazione. Si potrebbe proseguire sulla stessa scia con Il teatro di Sabbath, un libro per stomaci forti e allenati, il cui scandaloso protagonista resterà appiccicato al lettore per parecchio tempo. A questo punto potrebbe essere arrivato il momento di un romanzo storico, del tipo come-sarebbero-andate-le-cose-se. Il Complotto contro l’America è il titolo giusto per continuare il viaggio nell’universo Roth.

Lo scrittore americano  ha inoltre dato vita ad un vero e proprio alter ego letterario, Nathan Zuckermann, di professione, manco a dirlo, scrittore e protagonista di romanzi come Lo scrittore fantasma e Zuckermann scatenato, nonché narratore nei maestosi Pastorale Americana e La macchia umana. Quest’ultimo, in particolare, potrebbe comportare il definitivo innamoramento nei confronti del romanziere di Newark. La macchia umana, da cui è stato tratto un film, la cui visione è davvero sconsigliata, è un romanzo complesso e variamente interpretabile, racconto in cui razzismo e finto perbenismo fanno da sfondo alla vicenda umana del professor Coleman Silk, a testimonianza dell’interesse di Philip Roth per l’uomo nella sua accezione più ampia, l’interesse di un instancabile e geniale esploratore della vita.

 

 

 

 

 

Proposte di lettura, ovvero: Philip Roth in otto romanzi.

Lamento di Portnoy

Lo scrittore fantasma

Il teatro di Sabbath

L’animale morente

Il fantasma esce di scena

Pastorale americana

La macchia umana

Everyman

I romanzi di Philip Roth sono pubblicati in Italia da Einaudi

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