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Pompei@Madre. Materia Archeologica

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Il contemporaneo e l’archeologico si uniscono e diventano magia. Pompei@Madre. Materia Archeologica, al Museo MADRE di Arte Contemporanea di Napoli, alla Via Settembrini, nr 79, dal 19 novembre 2017 sino al 24 settembre 2018, a cura di Massimo Osanna, Direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, e Andrea Viliani, Direttore generale del MADRE-Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, e con il coordinamento curatoriale di Luigi Gallo per la sezione moderna. Mostra evento, basata su un rigoroso programma di ricerca risultante dall’inedita collaborazione fra il Parco Archeologico di Pompei, uno dei più importanti siti archeologici al mondo, e il MADRE, museo regionale campano, definita dal Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, presente all’inaugurazione, <<la mostra più importante dell’anno>>.

La mostra – E’ senza prestiti, ossia fatta di reperti archeologici originali, poco conosciuti, ritrovati e restaurati, esposti in una sorta di viaggio dal momento della scoperta della città sommersa dalla lava e il presente. Quasi tre secoli di storia che non separano le opere contemporanee dai mosaici, dagli affreschi, dalle sculture riportate alla luce intatte, come se non fosse passato neppure un giorno dal 79 a.C.  Studio delle possibili, molteplici relazioni fra patrimonio archeologico e ricerca, presentata su gran parte degli spazi espositivi, è articolata in due capitoli: Pompei@Madre. Materia Archeologica, al terzo piano del museo, sino al 30 aprile 2018 e  Pompei@Madre. Materia Archeologica: Le Collezioni, all’ingresso e al primo piano, in programma sino al 24 settembre 2018. La mostra invita ad esplorare criticamente la biodiversità tanto naturale quanto culturale.

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Una mostra inter-istituzionale – fa emergere e mette in scena le potenziali connessioni fra le varie istituzioni culturali che operano, con le rispettive logiche epistemiche, in un territorio quale quello campano e più in generale mediterraneo. E’ il l risultato di una vera e propria “sinergia repubblicana” che afferma che tutto l’insieme di opere, manufatti, idee ed esperienze che compongono un patrimonio culturale è di per sé sempre contemporaneo, e quindi il patrimonio del passato è esperibile non solo come eredità ma come metodo a cui riferirsi per comprendere il presente e delineare il futuro, come sembra rivendicare appunto la “materia archeologica” scavata a Pompei negli ultimi due secoli.

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La materia archeologica -  E’ innanzitutto la disciplina in sé dell’archeologia, ovvero la ricerca sulle civiltà antiche attraverso lo scavo, la conservazione, la catalogazione, la documentazione e l’analisi di reperti – posti  in relazione all’ambiente del loro reperimento – quali architetture, opere d’arte, manufatti d’uso comune, resti organici. Ma la natura frammentaria degli oggetti di studio archeologici rendono la materia archeologica una disciplina radicalmente contemporanea. Il fatto stesso che l’archeologia debba, per recuperare il passato, agire nel presente, secondo un processo aperto anche all’intuizione e all’interpretazione, suggerisce un’affascinante prossimità fra archeologia e contemporaneità, aprendoci alla complessa relazione fra componenti culturali e naturali, fra categorie estetiche e funzioni d’uso, fra teoria e pratica, fra scienze umane e scienze dure.

Il percorso della mostra – E’ concepito e strutturato quindi come una passeggiata circolare fra opere, manufatti, documenti e strumenti connessi alla storia delle varie campagne di scavo a Pompei,  messi a confronto con opere e documenti moderni e contemporanei provenienti dalle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Museo e Real Bosco di Capodimonte, del Polo Museale della Campania e di importanti istituzioni nazionali e internazionali quali la Biblioteca Nazionale e l’Institut Français di Napoli, la Casa di Goethe e la Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, la Fondation Le Corbusier e l’ École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, oltre che da importanti collezioni private italiane e internazionali.

I 90 artisti presenti alla mostra – Paweł Althamer, Maria Thereza Alves, Nairy Baghramian, Darren Bader, Philip Barker, Bill Beckley, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Antonio Biasiucci, Carlo Bonucci, François Pierre Hippolyte Ernest Breton, Edward Bulwer-Lytton, Victor Burgin, Andrea Carandini, François-René de Chateaubriand, Jules-Leon Chifflot, Annamaria Ciarallo, Roberto Cuoghi, Johan Christian Dahl, Cesare De Seta, Mark Dion, Thea Djordjadze, Trisha Donnelly, Jimmie Durham, Salvatore Emblema, Haris Epaminonda, Petra Feriancová, Giuseppe Fiorelli, Friedrich Furchheim, Claude-Ferdinand Gaillard, William Gell,Luigi Ghirri, Johann Wolfgang Goethe, Nan Goldin, Jules Gourdault, Pierre Gusman, Wade Guyton, Sir William Hamilton, Edward C. Harris, Jakob Wilhelm Hüber, Iman Issa, Wilhelmina Feemster Jashemski, Wilhelm, Jensen-Sigmund Freud, Mimmo Jodice, Le Corbusier, Renato Leotta, Jean Marie Le Riche, Maria Loboda, Nino Longobardi, Malcolm Lowry, Goshka Macuga, Amedeo Maiuri, Giuseppe Marsigli, August Mau, Charles-François Mazois, Rita McBride, Allan McCollum, Fausto Melotti, Mike Nelson, Felice e Fausto Niccolini, Roman Ondák, Operazione Vesuvio, Johann Friedrich Overbeck, Christodoulos Panayiotou, Marcel Péchin, Pink Floyd (& Adrian Maben), Francesco Piranesi, Seth Price, Laure Prouvost, Robert Rauschenberg, Jean-Claude Richard de Saint-Non, Salvatore Settis, Ettore Sottsass, Susan Sontag, Vittorio Spinazzola, Madame de Staël, Stendhal, Ernesto Tatafiore, Joseph François Désiré Thierry, Pádraig Timoney,Gioacchino Toma, Mario Torelli, Pierre-Henri de Valenciennes, Adrián Villar Rojas, Pierre-Jacques Volaire, Andy Warhol, Sir Mortimer Wheeler, Johann Joachim Winckelmann, Betty Woodman, e tutte e tutti gli artisti, gli intellettuali e gli artefici che furono autrici e autori delle opere, dei manufatti e delle testimonianze, organiche e inorganiche, della città di Pompei.