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Quale welfare per Napoli?

Quale welfare territoriale? Il contributo del privato sociale al riassetto delle competenze e dei servizi territoriali. Questo il tema del convegno organizzato dall’UNEBA, unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, d’intesa con l’Università degli Studi di Napoli Federico II  e con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Ordine Assistenti Sociali della Regione Campania, che si è svolto presso l’aula Aula Magna del complesso universitario di Via Don Bosco a Napoli.
Ad aprire il convegno, l’Arcivescovo di Napoli S. E. Card.Crescenzo Sepe che ha posto l’accento sul preoccupante aumento della povertà nella nostra città, che sta vivendo una crisi difficile. Da qui l’importanza del terzo settore che non è uno spazio residuale, ma uno spazio dove organizzazioni, cattoliche e non, rendono un servizio preziosissimo alla città.
Un invito a riflettere su come sono state gestite le politiche sociali a Napoli negli ultimi 20 anni è stato lanciato dal Prof. Giacomo Di Gennaro,  Presidente CdLM Servizio Sociale e Politiche Sociali dell’Università Federico II, che ha sottolineato il bisogno di fare memoria sia degli aspetti positivi che negativi con uno sguardo rivolto al futuro, perchè in un momento di contrazione delle risorse è necessario puntare sulla qualità, più che sulla quantità.
Nel corso della tavola rotonda Maurizio Giordano, Presidente Nazionale Uneba, ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di impostare le politiche sociali come elemento di risposta alla gravissima crisi economica che attanaglia il paese, specificando che da questo punto di vista, il convegno è stato un modo per mettere in evidenza gli aspetti teorici e pratici di quello che rappresenta il welfare territoriale.
<<Su questo sfondo sociale così critico  – si legge in una nota dell’ufficio stampa Uneba – va osservata la grande difficoltà economica che i Centri vivono, a causa del Comune che da oltre tre anni continua a non pagare agli Istituti quanto dovuto per il servizio a minori e anziani, con la conseguenza che se da un lato alcuni  Associati  hanno già chiuso le loro attività, altri Enti potrebbero essere obbligati a seguire la stessa strada, visto che, secondo quanto ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Sergio D’Angelo, la situazione sembra destinata a non cambiare perché il Comune risulta tutt’oggi insolvibile per l’accumularsi di 3 miliardi e 800 milioni di crediti che purtroppo non riesce ad acquisire, per cui se non rientra non può spendere per mancanza di soldi. È questa una situazione che si è dilatata nel tempo e che l’attuale Giunta ha ereditato, per questo motivo che il bilancio si tiene solo in maniera teorica, per cui di anno in anno i tempi di pagamento continuano a dilatarsi. Purtroppo a Napoli gli sprechi si sono avuti, ora i soldi non ci sono e questa è la realtà, per cui bisogna solo resistere e decidere cosa si può fare per superare almeno il vincolo del cronologico>>.
A tal proposito, il Presidente Regionale Uneba, Lucio Pirillo, ha voluto ringraziare nelle sue conclusioni tutti i partecipanti al convegno, ma soprattutto l’assessore D’Angelo per la franchezza con cui ha raccontato senza mezze parole la verità, affermando che naturalmente ci sarà un seguito a tutto ciò, perché quello degli enti di assistenza sociale è un impegno indispensabile per l’attuale situazione nella quale versa la città Napoli.

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