Alzi la mano chi non ha mai ricevuto un regalo indesiderato, di quelli di cui si farebbe volentieri a meno, di quelli che non si sarebbe mai ipotizzato l’acquisto. Sciarpe dai colori improbabili, maglioni dalla taglia mai giusta, biancheria intima rigorosamente rossa donata a chi il rosso lo detesta. Tra i regali sotto l’albero è immancabile quello inutile, quello che al momento dello scarto costringe chi lo riceve ad improvvisarsi attore e a sfoderare un sorriso che più finto non si può. Da qualche tempo a questa parte, però, sta prendendo piede una tendenza originale ed utile per chi ha bisogno di sbarazzarsi di qualche “pacco”. Lo swapping che è un termine anglofono che deriva da swap cioè baratto. Ma di cosa si tratta precisamente? Per usufruire di questa possibilità occorre individuare i negozi specifici (gli swap-shop) o i party per l’occasione (swap party) e attraverso una piccola quota di partecipazione che si aggira intorno ai dieci euro si può barattare il proprio regalo davanti ad un aperitivo o ad una fetta di torta. Quindi, bando al portafogli o alla carta di credito: il baratto come mezzo per disfarsi di regali mai apprezzati e - perchè no? – come occasione per scegliersi un regalo che davvero si desidera.
In Italia i negozi e le iniziative dedicate al baratto sono per lo più al centro nord.
A Treviso c’è Luxury swapping, uno Swap-shop che tratta soltanto articoli di lusso, per un target di regalo piuttosto costoso.
A Bologna si tiene lo Swap party hi-tech, occasione di baratto dedicata nello specifico ad oggetti tecnologici.
A Milano si tiene l’After Christams swap Party.Il negozio Atelier del riciclo Swap Boutique è il primo swap-shop italiano dove ci si può sbarazzare dei regali di Natale indesiderati. Il costo per accedere al party è di 15 euro.
Non affliggetevi, dunque, se scartando i regali di quest’anno vi siete imbattuti in qualche pigiama di flanella con una fantasia fuori moda fin dagli anni ’30. La soluzione-swap trasforma in merce preziosa il dono indigesto. L’importante è non far sapere all’amico-donatore che fine abbia fatto il suo regalo.