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Sete di perdono, il libro che ha conquistato Papa Francesco

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<<Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza>> (Misericordiae Vultus, bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia). A pochi giorni dalla chiusura del Giubileo, il 28 novembre scorso, il napoletano Antonio Gianfico, presidente della Società di San Vincenzo De Paoli con sede a Torino, ha consegnato a Papa Francesco, nella Sala Clementina, il volume Il cuore ha sete di perdono, un’antologia di racconti scritti dai detenuti delle carceri italiane che hanno partecipato alla nona edizione del Premio Carlo Castelli. Testo promosso dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il ministero della Giustizia e il patrocinio di Camera e Senato. La consegna è avvenuta alla presenza della delegazione degli organizzatori del Giubileo.

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La sete di perdono – E’ quel bisogno primario ed essenziale di riconoscere i propri limiti, e di superare i propri errori. Il perdono, strumento potente e liberatorio e di crescita. Ma anche un impegno oneroso, dato dalla difficoltà del saper perdonare, laddove il ricordo del male subìto ne rappresenta il più grande ostacolo. Il perdono, non da intendere come una comoda scorciatoia, e nemmeno una risposta ad un precetto religioso per ricevere clemenza. Un fare non facile, ma segno di forza, per quanto sia più difficile abbracciare colui che ferisce piuttosto che voltargli le spalle.

Il volume e i vincitori  – Raccoglie le opere finaliste. Alla giuria del premio Castelli sono pervenuti 166 elaborati, provenienti da 80 diversi istituti penitenziari. Tre i vincitori: al primo posto il racconto di Diego Zuin, E allora ti chiedi; al secondo Simone Benenati con Perdonare: una grazia infinita da dare e ricevere; al terzo Notti tra Morfeo e morfina di Domenico Auteritano. Ai tre vincitori sono andati premi in denaro, in particolare: 1000 euro al primo classificato, 800 euro al secondo e 600 euro al terzo. A nome di ciascuno dei tre vincitori sono stati anche devoluti 1.000 euro per finanziare l’acquisto di attrezzature e materiale didattico di un’aula scolastica in India; 1.000 euro per un progetto formativo e di reinserimento sociale di un giovane adulto dell’IPM Malaspina di Palermo; 800 euro per l’adozione a distanza di una bambina del Kazakistan per 5 anni.

La copertina del volume – Una raffigurazione, un significato: una roccia, consumata dal tempo e sfregiata dalle intemperie. Su di essa, a simboleggiare le asperità e la durezza della vita, è tracciata in rosso la sagoma di un cuore, inteso sia come quello dell’uomo, che ha commesso un errore, e che ora ha sete di perdono, sia quello di chi è stato vittima di un reato o di un’ingiustizia, e che desidera perdonare. Sempre in copertina, poco più in basso, da una fenditura si sporge coraggioso un arbusto, che si affaccia dalla nuda roccia, come  quasi a guardare il futuro con speranza. Perché anche la roccia più tormentata dalle intemperie può nascondere un anfratto in grado di custodire un seme lasciato da Dio, da cui può crescere un arbusto di speranza.

San Vincenzo de Paoli  – E’ una associazione cattolica laica, che opera generalmente nelle parrocchie e che ha come scopo principale quello di aiutare chi si trova in una situazione di bisogno: poveri, ammalati, immigrati, ex carcerati, anziani soli, sia dal punto di vista materiale-finanziario che da quello morale-culturale. In Italia conta circa 13mila soci ed è presente in tutte le regioni. È diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo. in parecchie città gestisce, mense, case di accoglienza e dormitori. Ha settori speciali che si occupano di carcerati e di gemellaggi con i paesi in via di sviluppo.

Antonio Gianfico - 62 anni, di natali partenopei, è il presidente nazionale dell’associazione dal 12 marzo 2016, della quale ne fa parte da oltre trenta anni. E’ anche il fondatore dell’Opera Speciale Centro Ozanam di Sant’Antimo, e si occupa di numerose attività nel sociale, lavorando molto per il proprio territorio. E’ membro dell’ufficio di presidenza dell’Associazione Consiglio Centrale di Napoli e referente nazionale delle Opere speciali. Di esempio per tutti, è dedito ad  aiutare le persone in difficoltà,  è attento ai bisogni emergenti, ai cambiamenti della società. Il suo impegno attuale è di rappresentare tutti coloro che, con il fare quotidiano e attraverso un messaggio cattolico-cristiano, cercano di aiutare chi è nel bisogno, nella speranza dell’inclusione sociale.

Papa Francesco al Giubileo dei detenuti – <<La speranza è dono di Dio. Essa è posta nel più profondo del cuore di ogni persona perché possa rischiarare con la sua luce il presente, spesso turbato e offuscato da tante situazioni che portano tristezza e dolore. Abbiamo bisogno di rendere sempre più salde le radici della nostra speranza, perché possano portare frutto. Non esiste luogo nel nostro cuore che non possa essere raggiunto dall’amore di Dio. Dove c’è una persona che ha sbagliato, là si fa ancora più presente la misericordia del Padre, per suscitare pentimento, perdono, riconciliazione, pace>>.