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Strane presenze a Villa Paradiso

Molte leggende napoletane aleggiano su palazzi ormai abbandonati che spesso fanno venire i brividi al solo vederli dall’esterno. La gente racconta che tra quelle mura disabitate si aggirano presenze spettrali e si possono udire rumori a dir poco sinistri. Nell’antichità questi palazzi erano abitati da nobiluomini come il marchese di Vico, Colantonio Caracciolo, che nel XVI secolo fece costruire a Napoli una bellissima villa con logge, portici, un magnifico giardino e viali interamente costellati di statue. Veniva chiamta Villa il Paradiso. Tra le sue mura si sono svolte molte vicende, in particolare quelle legate alla vita del figlio e del nipote di Colantonio. Galeazzo, figlio di Colantonio, si convertì al calvinismo e decise di lasciare Napoli trasferendosi a Ginevra; non ebbe vita facile tra persecuzioni e diverse accuse di eresia, che sul finire del cinquecento provocarono la decadenza della famiglia e dello stesso palazzo signorile. Sullo stabile, così abbandonato, iniziarono a sorgere cupe leggende anche a causa di una strana epigrafe, posta sulla porta, che recava apparentemente una semplice dedica agli dei pagani, ma che secondo molti era in realtà un vero e proprio omaggio al diavolo. Si racconta infatti che tra i resti della casa si possa spesso intravedere ogni tanto un’ombra gigantesca della quale colpisce soprattutto il viso: un faccione largo e brutale che, a detta di chi sostiene di averlo visto, toglie il sonno e la quiete. Se si tratti del demonio o di uno dei membri della famiglia di Colantonio, forse non lo sapremo mai. Ma in entrambi i casi, la prudenza consiglia di stare alla larga da quella villa. Sempre ammesso che si voglia prestare fede alle leggende….

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