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Sull’utilità e il danno della storia per la vita

4/01/2010

Sull’utilità e il danno della storia per la vita
di Friedrich Nietzsche, Adelphi, Milano, 7,23 euro.

Seconda delle Considerazioni Inattuali del filosofo tedesco,  Sull’utilità e il danno della storia per la vita affronta un tema certamente spinoso: il problema della storia vista come malattia dello spirito, come degenerazione che porta l’uomo ad avere un atteggiamento troppo ossequioso nei confronti del passato, a non metterlo in discussione come dovrebbe, ma a trattarlo come una reliquia da venerare e conservare con grande cura. Si tratta, in altre parole, di una questione scottante, che ha trovata vasta eco nei filosofi successivi – si pensi ad esempio alla riflessione di Heidegger in primo luogo-  e che ancora oggi è di terribile attualità, anche perchè nel tempo si sono affinati gli strumenti tramite cui si forma la memoria storica dell’uomo, che può avvalersi di tecnologie sempre più all’avanguardia, di mezzi sempre  più potenti. Il passato ancora incombe sulle nostre esistenze, e se sbarazzarsene velocemente non è cosa giusta ed utile, neppure il culto della storia può portare a risultati positivi. La via indicataci da Nietzsche, quella del poter dimenticare, non può essere accettata acriticamente, come un dogma da rispettare, ma va vista nei suoi limiti, in tutta la sua problematicità. L’uomo, a differenza dell’animale, non sarà mai attaccato al piuolo dell’istante, deve sempre fare i conti con un’esistenza storica, con tutta una serie di tradizioni, che non può non prendere in considerazione.

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