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2 febbraio 2023, XXVII Giornata Mondiale della vita consacrata

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Vita consacrata…

Che vita è?

di Salvatore Farì CM*

Il 2 febbraio prossimo si celebrerà la XXVII Giornata Mondiale della vita consacrata. È stato San Giovanni Paolo II ad istituire nel 1997, proprio in occasione della Festa della Presentazione di Gesù al tempio, questa giornata indicandone i motivi:

-        esprimere il bisogno di lodare e ringraziare il Signore per questo “stupendo dono”;

-        sostenere la promozione e la conoscenza di questa peculiare forma di vita cristiana per farla conoscere e stimare all’interno di tutto il popolo di Dio;

-        aiutare le persone consacrate a prendere sempre più coscienza della bellezza della loro vocazione e della loro insostituibile missione nella Chiesa e nel mondo.

Giovanni Paolo II spiegava anche la ragione che lo spinse a scegliere questa data con le seguenti  parole: «La Presentazione al Tempio – che manifesta l’atteggiamento profondo del Figlio, permanentemente rivolto e totalmente donato al Padre – è la perfetta icona della vostra vita, fratelli e sorelle consacrati. Mette chiaramente in luce l’ispirazione, il fondamento e, direi, l’atteggiamento di oblazione costante che avete assunto con la professione dei consigli, quando avete accettato di condividere i “tratti caratteristici di Gesù” (VC 1) e, come Lui, vi siete messi incondizionatamente nelle mani del Padre (LG 44a) diventando, in certo qual modo, prolungamento, vivente nella storia, del modo di esistere e di agire del Signore (VC 22)».

Il 2 febbraio è per i consacrati e le consacrate quell’occasione di grazia per verificare se si è permanentemente rivolti e totalmente donati. Si tratta allora di chiedersi nel «supermercato delle opportunità dove ciascuno trova le ragioni personali per i propri comportamenti» (Annunciate n. 15), la vita consacrata, che vita è?

È una vita in cui si è chiamati a respirare «l’aria dello Spirito che libera dalla concentrazione su se stessi in un’apparenza religiosa vuota di Dio»(EG 20-24). È necessaria la riscoperta di un pellegrinaggio interiore, che inizia dalla preghiera per sentire il calore di Dio e aiuta a riscaldare il cuore degli altri. La persona consacrata ama gratuitamente Cristo con tutte le sue potenzialità, ma anche con i suoi difetti. Questo amore diventa perciò personale, vissuto diversamente per ciascuno, pur nella consapevolezza che «tutta la vita di Gesù, il suo modo di trattare i poveri, i suoi gesti, la sua coerenza, la sua generosità quotidiana e semplice, e infine la sua dedizione totale, tutto è prezioso» (EG 265).

È una vita in cui superando disincanto, mediocrità e sfiducia si costruisce uno spazio concreto di incontro con le persone, che va maturato nell’orizzonte dell’amore: non parole dolciastre e superficiali, ma misericordia e preoccupazione condivisa, rivelazione di una reciproca appartenenza, «abbraccio che dà forza e paziente vicinanza per ritrovare le strade della fiducia» (Rallegratevi, 7).

È una vita in cui si sperimenta un mondo che vive la depressione, la sfiducia, la fragilità, l’individualismo… e si introduce la fiducia nella possibilità di una felicità vera, di una speranza possibile, che non poggi unicamente sui talenti, sulle qualità, sul sapere, ma su Dio cercato con la sincerità del cuore.

Nella XXVII giornata mondiale della vita consacrata risuoni l’augurio di tornare al Vangelo e proseguire con passo veloce e gioioso il cammino guidato dallo Spirito verso la comunione e la carità.

 

* Docente e Responsabile del Seminario interdisciplinare di Teologia della vita consacrata

Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale Sezione San Tommaso d’Aquino Napoli