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A Napoli si dialoga con l’Islam

 

Dibattito su “Il corano e le donne” alla facoltà di scienze religiose

 

<<Nel nome di Dio, pienezza di amore e misericordia>>. Con queste parole di unione e condivisione, ha preso il via l’intervento della teologa islamica Sharhazad Houshmand, svolto lo scorso 27 aprile presso l’istituto superiore di scienze religiose Donnaregina. L’incontro, fortemente voluto dal responsabile diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso Don Gaetano Castello, è avvenuto nell’ambito degli appuntamenti dell’Amicizia Ebraico Cristiana (AEC-NA) di Napoli. <<Negli anni abbiamo sentito che dovevamo andare oltre il nostro dialogo, che non era giusto restare chiusi in questa, seppur preziosa e ricca, forma di dialogo solo tra ebrei e cristiani presenti a Napoli>>, ha spiegato Diana Pezza Borrelli, presidente dell’AEC, aggiungendo che <<la realtà sociale è tale che ci imponeva di aprirci all’Islam (…). Da questo dialogo, man mano, come i cerchi concentrici di una pietra buttata nell’acqua, si deve allargare il rispetto delle diversità e la coscienza che siamo tutti appartenenti ad un’unica razza, che è quella umana>>. Altre parole cariche di sincero spirito fraterno sono venute dalla stessa Houshmand che, prima di calarsi nel vivo della trattazione, ha voluto formulare l’augurio <<che questo tempo che passeremo insieme sia gradito al nostro Unico Dio come una preghiera, in comunione di fratellanza e amicizia>>. Appassionato e a tratti perfino commovente, l’intervento della Houshmand sul tema centrale della serata: il corano e le donne. In particolare, la teologa ha voluto soffermarsi sulle quattro principali figure femminili presenti nel testo sacro: la madre di Mosè, la figlia di Maometto, la moglie di Maometto e Maria. Particolarmente toccante la descrizione della Madre di Mosè, il cui dolore nel sentirsi “abbandonata da Dio” è stato accostato dalla Houshmand a quello di Gesù morente in croce che grida “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Ma la principale sorpresa per i presenti è derivata forse dallo scoprire l’importanza straordinaria che riveste nel corano Maria, la madre di Gesù, l’unica donna che in questo libro è indicata col nome proprio e non con quello di “madre di…”. Considerata Vergine e Immacolata Concezione dall’Islam ben quattordici secoli prima del dogma promulgato da Pio IX, Maria è nominata nel corano ben trentaquattro volte (Gesù 100 volte contro le sole 4 volte del Profeta Maometto) ed è un esempio di santità particolarmente lucente.

Così parlando, Sharhazad ha mostrato un’immagine della donna islamica ben lontana dai cliché ai quali siamo abituati. 

Il pubblico in sala, composto per lo più da appartenenti alle tre grandi religioni monoteiste, ma anche da persone non credenti, uomini e donne di ogni età, ha mostrato di aver molto apprezzato il discorso della Sharhazad, ricambiando le sue parole con un lungo e caloroso applauso. Un battito di mani che ha unito tutti e che impone ai nostri giorni una riflessione: sono le religioni a dividere gli uomini o piuttosto le loro interpretazioni deviate e ottuse?

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